I terremoti nel Molise del 2002, venti anni dopo

Oggi 31 ottobre 2022 ricorre il ventesimo anniversario del terremoto di San Giuliano di Puglia (CB), terremoto tristemente noto per la tragedia della scuola elementare Francesco Jovine dove persero la vita 27 bambini e una insegnante.

Il terremoto del 31 ottobre 2002, magnitudo Mw5.7, avvenuto alle 11:32 ora italiana venne avvertito in una vasta area dell’Italia centro-meridionale, provocando danni significativi in un’area ristretta compresa fra i Frentani, il Sannio e la Capitanata, nelle province di Campobasso e Foggia. La scossa era stata preceduta da 5 terremoti nella notte di magnitudo compresa tra 2.5 e 3.5.  Poco più di 24 ore dopo la scossa più forte, alle ore 16.09 del 1 novembre, un altro terremoto di magnitudo Mw5.7 colpì l’area accrescendo i danni provocati dalla prima. L’intera sequenza ebbe più di 1900 eventi di magnitudo compresa tra 2.0 e 4.2, distribuiti prevalentemente in un’area estesa 15 chilometri. Successive analisi hanno consentito di rilocalizzare gli ipocentri delle scosse principali e di centinaia di repliche di piccola magnitudo, come vedremo nei post che pubblicheremo nei prossimi giorni.

Mappa della sismicità registrata dalla Rete Sismica Nazionale dal 30 ottobre al 31 dicembre 2002 (dati ottenuti dalla Sala di Sorveglianza Sismica e rilocalizzati dal BSI-INGV, estratti da terremoti.ingv.it).

A seguito dell’evento del 31 ottobre 2002, tra le varie attività legate all’emergenza sismica, alcuni ricercatori e tecnici dell’INGV si recarono nell’area epicentrale per installare le stazioni della Rete Sismica Mobile per migliorare le localizzazioni degli eventi sismici della sequenza.

Nelle parole di Claudio Chiarabba, uno dei ricercatori dell’INGV presenti nel 2002 a San Giuliano di Puglia e oggi Direttore del Dipartimento Terremoti dell’INGV, il ricordo di quell’intervento.

Appena giunta la notizia partiamo in gran fretta dopo aver caricato la strumentazione sismica sui mezzi della Rete Mobile. Ricordo il GRA intasato più del solito, la gente usciva da Roma per il week end lungo. Incastrati fra le macchine cerchiamo di imboccare quanto prima l’autostrada. Arriviamo in una parte dell’Appennino che non conosciamo e iniziamo a installare, al buio, la nostra strumentazione, cercando anche soluzioni per piazzare il camion della Rete e per dormire, ma la prima notte la passiamo in macchina. In quegli anni abbiamo ancora il camion, recentemente riorganizzato con sistemi operativi aggiornati. Diverrà un luogo di analisi dei dati, di ricostruzione della sequenza e di informazione e dialogo con la popolazione. Il giorno dopo, mentre stiamo lavorando al camion, e abbiamo appena finito di pranzare, arriva il secondo main shock. Sentiamo rumore di piatti e grida di paura provenire dal ristorante. Per fortuna non succede nulla.

Camper della Rete Sismica Mobile dell’INGV presente nell’area epicentrale.

La sensazione generale è strana, gli abitanti della zona sanno bene che non capita mai di sentirla nominare dal TG nazionale, e quella mattina era successo per qualche scossa avvenuta durante la notte, piccoli terremoti che, solo in seguito al forte terremoto della mattina, definimmo come “foreshock’. Quello che ci colpisce è il freddo generale legato all’evento sismico. Il dramma della scuola di San Giuliano diviene qualcosa che rimane dentro durante le operazioni di lavoro sul terreno e successivamente. È la prima volta che affrontiamo una pesantezza estrema nel nostro lavoro in area epicentrale e tutti i colleghi e le colleghe che tornavano dalla zona di San Giuliano rimanevano in silenzio per ore. Poi sarebbe accaduto nuovamente, ma quella era la prima volta che avevamo un malessere profondo. Dentro di noi nasce un sentimento di dare il massimo come senso di rispetto per l’assurdità accaduta. Nelle attività di campagna è facile, con i colleghi. Diviene più difficile quando si tratterà di lavorare sui dati e scrivere lavori scientifici. Diviene necessario capire che siamo lì come sismologi e il nostro compito è fare del nostro meglio per aumentare il livello delle conoscenze. Installare strumentazione, guardare dati, cercare faglie, e soprattutto cercare di capire. Noi siamo pagati per questo e con questo terremoto diviene drammaticamente chiaro. La lezione è importante: fare al meglio il nostro lavoro.

Nell’anniversario dei venti anni, INGVterremoti pubblicherà nei prossimi giorni alcuni di articoli con approfondimenti su vari aspetti dei terremoti in Molise nel 2002: la sequenza sismica, le caratteristiche della sismicità e della sismotettonica di quell’area, la classificazione sismica prima e dopo il 2002 ed infine il crollo della scuola di San Giuliano e il suo impatto sociale.