CFTIvisual, Atlante delle fonti visive dei terremoti italiani

Lo studio dei terremoti storici si basa sulle fonti che ci descrivono quanto è avvenuto a seguito di scosse rilevanti. Da quando è stata inventata la fotografia, subito questo strumento è stato utilizzato per documentare con le immagini i terremoti. Per questo motivo è stato realizzato un archivio dedicato.

Il CFTIvisual – Atlante delle fonti visive dei terremoti italiani – è un database che mette a disposizione oltre 2.000 immagini relative a terremoti studiati nel CFTI5Med, georeferenziate e facilmente consultabili attraverso una interfaccia WEB-GIS.

Interfaccia web del CFTIvisual: selezione di una singola immagine.

Il CFTIvisual nasce dalla volontà di conservare, organizzare e mettere a disposizione di un vasto pubblico di fruitori le moltissime fonti visive reperite nel corso di più di tre decenni di ricerca sui terremoti storici italiani: fonti che possono essere di interesse per gli studiosi di numerosi ambiti disciplinari, ben oltre il semplice perimetro della sismologia e delle geoscienze. Per poter fruire di questa preziosa documentazione, utile per ricostruire un quadro accurato degli effetti dei terremoti sia sull’ambiente antropico che su quello naturale, nell’ambito delle attività previste dall’Accordo Quadro INGV-DPC è stato avviato un ampio programma di recupero di iconografia fotografica. Il programma ha interessato innanzitutto gli archivi INGV e quelli della SGA Storia Geofisica Ambiente, creati nell’ambito dello sviluppo del Catalogo dei Forti Terremoti in Italia (CFTI) a partire dal 1987. Successivamente sono stati esplorati altri archivi, nazionali e internazionali, che conservano fotografie originali, in parte o del tutto inedite.

Le tipologie di fonti visive sugli effetti dei terremoti emerse da queste ricerche specifiche sono numerose e varie: disegni, talvolta anche associati a perizie, incisioni tratte da disegni dal vero, stampe, dipinti, acquerelli, mosaici e persino affreschi hanno spesso arricchito i documenti editi e inediti che descrivono i terremoti del passato. La fotografia, tuttavia, è la tipologia numericamente più rilevante e significativa. Con la nascita della fotografia, infatti, poco prima della metà dell’Ottocento, le fonti iconografiche assumono un valore immediato e diretto di testimonianza di danni e distruzioni (Fanelli e Ferrari, 2022). A partire dal terremoto della Basilicata del 16 dicembre 1857 e grazie all’evoluzione tecnologica delle attrezzature fotografiche – sempre più leggere e accessibili – la raccolta sul campo delle testimonianze fotografiche diventa quantitativamente sempre più importante, soprattutto negli ultimi due decenni dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, periodo in cui nell’Italia centro e del sud avvennero numerosi fortissimi terremoti. Le prime campagne fotografiche intraprese da numerosi fotografi e studiosi in occasione di quegli eventi distruttivi hanno infatti prodotto una vasta documentazione fotografica relativa ai danni a centri abitati, monumenti ed edifici pubblici, privati ed ecclesiastici. Questa considerevole mole di immagini è stata oggetto di sistematizzazione, catalogazione e archiviazione in una banca dati geografica dedicata, che offre la duplice possibilità di confrontare le immagini con le descrizioni dei danni riportate dalle fonti scritte e di conoscere e valutare lo stato di località, edifici, ambienti naturali e paesaggi prima e dopo un forte terremoto. Per diversi soggetti il confronto è possibile anche con immagini della ricostruzione e/o attuali.

Le oltre duemila immagini contenute nell’attuale versione del CFTIvisual coprono un arco temporale compreso tra il XV e il XX secolo e sono tutte associate a terremoti studiati nel CFTI5Med, georeferenziate e localizzate su mappe dinamiche. Queste immagini si rivolgono a un pubblico molto vasto: dai singoli cittadini agli studiosi di discipline anche distanti tra loro come le scienze del restauro, la sismologia, l’ingegneria, le scienze storiche, la storia della fotografia e della cinematografia ecc.

Se inizialmente la ricerca si è orientata principalmente sulle fonti iconografiche, in una fase avanzata dei lavori l’attenzione è stata rivolta anche alle fonti cinematografiche, più rare e quantitativamente meno consistenti ma di grande valore documentario. Su questa particolare tipologia di fonti si sta lavorando alacremente.

Interfaccia web del CFTIvisual: immagine full-size relativa agli effetti a Norcia del terremoto della Valnerina del 1859.

L’Atlante rappresenta il prodotto a valle di questo lavoro. Grazie ad un’interfaccia geografica appositamente sviluppata, esso consente oggi la consultazione avanzata di tutti i dati relativi alle fonti visive dei terremoti italiani che possono essere rese pubbliche. Opportuni link consentono il collegamento a informazioni contestuali descrittive del CFTI5Med. Grazie alle funzionalità dell’interfaccia di consultazione dell’Atlante, è possibile visualizzare l’esatta localizzazione sul territorio di circa la metà delle immagini censite.

Interfaccia web del CFTIvisual: localizzazione in mappa delle immagini di Norcia relative al terremoto della Valnerina del 1859.

Per oltre 400 immagini è inoltre possibile un confronto diretto tra quanto rappresentato nella fonte iconografica e la corrispondente vista attuale, ottenuta tramite Google Street View.

Interfaccia web del CFTIvisual: confronto tra un’immagine relativa agli effetti a Norcia del terremoto della Valnerina del 1859 e la corrispondente vista attuale, ottenuta tramite Google Street View.
Interfaccia web del CFTIvisual: confronto tra un’immagine relativa agli effetti a Soriano Calabro della sequenza sismica del 1783 e la corrispondente vista attuale, ottenuta tramite Google Street View.

L’Atlante (https://cfti.ingv.it/visual/) è un ‘cantiere aperto’ sia a nuove fonti, sia al perfezionamento delle informazioni di corredo, come l’esatta identificazione, localizzazione e descrizione del soggetto rappresentato. Lavorando su tutto il territorio italiano e spesso con immagini che ritraggono estese distruzioni, queste informazioni risultano talvolta di difficile e incerta attribuzione. A questo proposito il Gruppo di Lavoro dell’Atlante è aperto a eventuali contributi esperti e/o documentati che possano migliorare o correggere queste informazioni: cfti@ingv.it

A cura del CFTI Working Group

Ringraziamenti

L’idea di questo Atlante nasce dalla collaborazione del gruppo di lavoro del CFTI con Daniela Di Bucci, del Dipartimento della Protezione Civile, alla quale va il nostro ringraziamento per le preziose indicazioni ricevute.

Un ringraziamento particolare va a Giovanni Fanelli, già Professore Ordinario di Storia dell’Architettura dell’Università di Firenze e stimato e appassionato storico della fotografia, con cui ci siamo frequentemente e proficuamente confrontati.

Riferimenti bibliografici e web

Bianchi M.G., Tarabusi G., Ciuccarelli C., Maresci M., Baranello S., Taccone R.C., Ferrari G. (2022). CFTIvisual, Atlante delle fonti visive dei terremoti italiani. Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). https://doi.org/10.13127/cfti/visual

Fanelli G., Ferrari G. (2022). La fotografia dei terremoti in Italia. 1867-1930. In: C. Addabbo e S. Casati, L’occhio della scienza: Un secolo di fotografia scientifica in Italia (1839-1939), Edizioni ETS, ISBN: 978884676491, p. 124-151 e 224-226.

Guidoboni E., Ferrari G., Mariotti D., Comastri A., Tarabusi G., Sgattoni G., Valensise G. (2018) – CFTI5Med, Catalogo dei Forti Terremoti in Italia (461 a.C.-1997) e nell’area Mediterranea (760 a.C.-1500). Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). doi: https://doi.org/10.6092/ingv.it-cfti5

Tarabusi G., Ferrari G., Ciuccarelli C., Bianchi M.G., Sgattoni G., Comastri A., Mariotti D., Valensise G., Guidoboni E. (2020) – CFTILab, Laboratorio Avanzato di Sismologia Storica. Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). https://doi.org/10.13127/cfti/cftilab


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