Un terremoto all’isola di Pasqua (Rapa Nui)

Nella serata di ieri, 12 luglio 2022, alle 21:17 (ora italiana) un forte terremoto (magnitudo stimata tra 6.6 e 6.8) è avvenuto nell’Oceano Pacifico, lungo la dorsale che separa la Placca Pacifica da quella di Nazca.

Fig. 1. L’epicentro del terremoto del 12 luglio alle 21:17 (stella gialla e cerchio celeste nel Pacifico). I cerchi bianchi indicano i terremoti degli ultimi anni. Intorno all’epicentro del terremoto di ieri si nota la concentrazione di eventi che segnano la dorsale pacifica e che separano la placca omonima a ovest da quella di Nazca a est. Si notano anche le altre concentrazioni di epicentri che caratterizzano i limiti di placca, come quello dove la placca di Nazca scorre sotto quella del Sud-America, o quello che accompagna la dorsale medio-atlantico (a destra in figura).

Il terremoto è stato ben registrato dai sismometri di tutto il mondo, compresi quelli italiani, che si trovano a distanze di circa 14.000 km dall’epicentro.

Fig. 2. Registrazione del terremoto nel Pacifico al sismometro INGV posizionato a L’Aquila. Ogni riga orizzontale corrisponde a 30 minuti di registrazione. L’arrivo delle prime onde P si nota alle ore 21:36, quasi 20 minuti dopo il tempo origine dell’evento. Si tratta delle c.d. onde PKP, ossia le onde P (di compressione) che hanno attraversato tutta la Terra passando per il nucleo. Dopo circa 5 minuti si vede una seconda fase che potrebbe corrispondere alla c.d. fase PP, ossia un’onda P che ha viaggiato dall’epicentro nel mantello terrestre, è riemersa più o meno a metà strada tra l’epicentro e L’Aquila (all’incirca nel Mar dei Caraibi), è stata riflessa verso l’interno della Terra, ha attraversato nuovamente il mantello per riemergere in Italia.

Il terremoto non ha provocato danni, essendo avvenuto in una zona di oceano remoto, e non è stato abbastanza forte da generare uno tsunami. L’isola più vicina all’epicentro, ad alcune centinaia di chilometri di distanza, è la famosa Isola di Pasqua, così chiamata perché fu “scoperta” dagli europei nel giorno di Pasqua del 1722. In realtà l’isola Rapa Nui, questo il nome locale, sembra fosse abitata già dall’anno 400.

Come tutti sanno, la caratteristica principale dell’isola sono le gigantesche statue dei moai, erette dall’anno 1000 al 1500 circa con uno scopo augurale e di protezione: tutte le statue sono rivolte verso l’interno dell’isola e si pensava portassero benessere e prosperità a chi le guardava. 

(fonte: Google)

Quasi tutti i circa mille moai dell’Isola di Pasqua sono stati ricavati da rocce vulcaniche. Non poteva essere diversamente visto che l’isola è completamente vulcanica. In pratica è stato usato un tufo basaltico del vulcano Rano Raraku, nel cui cratere sono state scoperte circa 400 statue molte delle quali incomplete. Nel cratere del vulcano Rano Raraku è stata scoperta la statua più grande, anche se incompleta: sarebbe stata alta 21 metri. 

(fonte: Google)

Il fatto che molte di queste statue siano state ritrovate ribaltate sembra sia dovuto principalmente all’opera dei terremoti, avvenuti sull’isola o nei dintorni di essa. Un’altra ipotesi, che non esclude la prima, vede come responsabile del ribaltamento dei moai la guerra intestina tra le due tribù dell’isola, i “Lunghi orecchi” e i “Corti orecchi”.

a cura di Alessandro Amato (INGV-ONT) 


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