I terremoti e la piana di Umbertide

Dal pomeriggio del 9 marzo 2023, nella porzione settentrionale della Provincia di Perugia è in corso una sequenza sismica che ha avuto i suoi effetti maggiori nel territorio del Comune di Umbertide. L’epicentro della scossa più energetica finora registrata è stato localizzato a circa 6 km di distanza dal capoluogo comunale. Per il momento si ha notizia di lievi danni in alcune frazioni di Umbertide, soprattutto a Pierantonio, Pian d’Assino e Monte Corona, oltre che nella stessa Umbertide.

Non si può certo dire che in questo territorio il terremoto sia un ospite inatteso (Figura 1).

Figura 1 – Epicentri dei terremoti localizzati in un raggio di 20 km da Umbertide secondo il Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani CPTI15 (Rovida et al., 2022, https://emidius.mi.ingv.it/CPTI15-DBMI15/)

Non solo l’ultimo evento sismico “locale” di un certo rilievo (Mw 4.8) è avvenuto il 10 luglio 1996, quindi poco meno di 27 anni fa, ma nel raggio di una quindicina di chilometri da Umbertide ricadono gli epicentri di alcuni significativi terremoti storici meno recenti avvenuti nel 1593 (Mw 5.3), nel 1828 (Mw 4.9), nel 1865 (Mw 5.1). Allo stato attuale delle conoscenze mancano testimonianze sugli effetti di questi terremoti a Umbertide e nelle sue frazioni ma questa lacunosità informativa è dovuta al fatto che la storia sismica di questo specifico territorio non è stata ancora oggetto di ricerche storiche mirate.  Si dispone invece di testimonianze di effetti  per il significativo terremoto del 29 aprile 1984 (Mw 5.6), evento per cui è stata ipotizzata un’associazione con la Faglia distensiva di Gubbio, che borda il lato orientale del Bacino di Gubbio immergendosi a sud-ovest sotto il bacino stesso, con direzione antitetica rispetto a quella che viene considerata la Faglia Alto Tiberina [Collettini et al., 2003]. Il terremoto del 29 aprile 1984 è responsabile dell’unico effetto macrosismico storico fin qui noto per la località di Pierantonio, valutato pari al grado VII MCS [Castelli et al., 2016, https://editoria.ingv.it/quaderni/2016/quaderno133/].

In un raggio di 20-30 km da Umbertide, poi, incontriamo aree sismiche storicamente molto attive e ben conosciute, come l’Alta Valtiberina (Città di Castello) a Nord, il bacino di Gubbio a Est, l’area di Gualdo Tadino-Nocera Umbra a Sud-Est.  I terremoti che hanno origine in queste zone possono essere ovviamente risentiti nell’area di Umbertide, anche con effetti di danno significativo. Non a caso i massimi effetti sismici storicamente documentati a Umbertide e nella vicina Montone (a metà strada tra Umbertide e Città di Castello) sono dovuti a terremoti localizzati in Alta Valtiberina. Due terremoti dell’Alta Valtiberina, quelli del 26 aprile 1458 (Mw 5.8) e del 30 settembre 1789 (Mw 5.9), ebbero a Montone effetti valutati rispettivamente pari al grado VII-VIII (1458) e VII MCS. Per questi due terremoti mancano al momento testimonianze sugli effetti a Umbertide. Ne abbiamo invece per il terremoto di Monterchi-Citerna del 26 aprile 1917 (Mw 6.0) che ebbe effetti pari al grado VII MCS sia a Montone sia a Umbertide (Figura 2).

Figura 2 – Storia sismica di Montone, Umbertide e Pierantonio da Database Macrosismico Italiano DBMI15 (Locati et al., 2022, https://emidius.mi.ingv.it/CPTI15-DBMI15/)

Come si vede da un confronto tra i grafici rappresentanti le storie sismiche di Montone, Umbertide e Pierantonio, le conoscenze attualmente disponibili sono assai lacunose. L’assenza quasi totale di notizie di effetti non rispecchia però, come già osservato, un’assenza di terremoti ma piuttosto le lacune delle ricerche fin qui svolte su questo limitato perimetro del territorio umbro.

In conclusione, allo stato attuale delle conoscenze le intensità macrosismiche massime raggiunte storicamente nell’area più direttamente interessata dai terremoti del 9 marzo 2023 restano al di sotto del grado VIII MCS, anche se non si può escludere a priori che in futuro possano verificarsi risentimenti sismici più gravi. Intensità attorno al grado VII MCS, come quelle storicamente attestate nella zona, sono comunque ben più forti di quelle osservate a seguito delle scosse di questi giorni e, anche se non comportano effetti catastrofici e distruttivi, implicano danni diffusi e anche significativi agli edifici. Sia le popolazioni che gli amministratori locali dell’area dovrebbero essere consapevoli di questa possibilità ed è auspicabile che le istituzioni e i gruppi di volontariato locali scendano in campo, per esempio nell’ambito delle iniziative della ormai affermata campagna d’informazione “Io non rischio” promossa dal Dipartimento della Protezione civile in collaborazione col mondo della ricerca e del volontariato.

A cura di Viviana Castelli e Filippo Bernardini (INGV-Bologna)

Bibliografia

Castelli V., Camassi R., Cattaneo M., Cece F., Menichetti M. Sannipoli E.A., Monachesi G., (2016). Materiali per una storia sismica del territorio di Gubbio: terremoti noti e ignoti, riscoperti e rivalutati. Quaderni di Geofisica, 133, 196 pp. doi: 200 pp. https://doi.org/10.13127/qdg/133

Collettini C., Barchi M.R., Chiaraluce L., Mirabella F. and Pucci S., (2003). The Gubbio fault: can different methods give pictures of the same object? Journal of Geodynamics, 36, pp. 51-66.

Locati M., Camassi R., Rovida A., Ercolani E., Bernardini F., Castelli V., Caracciolo C. H., Tertulliani A., Rossi A., Azzaro R., D’Amico S., Antonucci A. (2022). Database Macrosismico Italiano DBMI15, versione 4.0. Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). doi: 10.13127/dbmi/dbmi15.4

Rovida A., Locati M., Camassi R., Lolli B., Gasperini P., Antonucci A. (2022). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (CPTI15), versione 4.0 [Con contributi di P. Albini, V. Castelli, C. H. Caracciolo, V. D’Amico, S. Pondrelli, A. Rebez] Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). doi: 10.13127/CPTI/CPTI15.4

Monachesi G., Barchi M., Lavecchia G., Pergalani F., Pialli G. e Stucchi M., (1984). Il terremoto umbro del 29 aprile 1984 nel contesto sismotttonico dell’Appennino Umbro-Marchigiano. Atti del 5° Convegno Annuale del Gruppo Nazionale di Geofisica della Terra Solida, Roma, 14-16 novembre 1984, Roma, I, 689-705.


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