Le Radici Spezzate, Marsica 1915–2015

In occasione del centenario del terremoto del 1915 nella Marsica l’INGV ha realizzato il documentario dal titolo Le Radici Spezzate, Marsica 1915 – 2015, per raccontare con parole e immagini, attraverso quattro luoghi simbolo, le delocalizzazioni dei centri abitati in seguito al terremoto.

L’attitudine a trasferire i centri abitati da un luogo all’altro per motivi di instabilità geologica si afferma nel corso del XX secolo e si inquadra, sul piano normativo, in una legge del 9 luglio 1908. Le criticità geologiche furono comunque soltanto uno degli aspetti che condizionarono le delocalizzazioni nel terremoto del 1915.

Altri elementi che spinsero nella direzione delle delocalizzazioni furono i problemi legati allo smaltimento degli enormi cumuli di macerie e le numerose difficoltà tecniche legate alla ricostruzione nei luoghi originari applicando le normative antisismiche dell’epoca. Ulteriori spinte alla delocalizzazioni – forse gli aspetti principali – si possono ritrovare nella ricerca di uno sviluppo ed una modernizzazione della società che portava a collocare i nuovi centri abitati in prossimità di “vie di maggiore comunicazione, dove si compiono gli scambi”, secondo quanto affermato dall’Ufficio Centrale del Senato già nel 1915.

Il documentario ripercorre la storia delle delocalizzazioni attraverso quattro luoghi che ben descrivono quanto successe dopo il terremoto del 1915.

Frattura
Case del borgo di Frattura Vecchia (frazione di Scanno, AQ), distrutto durante il terremoto del 1915 e in seguito abbandonato.

Frattura, frazione di Scanno (AQ), subisce una delocalizzazione completa con la costruzione, ultimata alla fine degli anni 30, di un nuovo centro abitato. Alcuni edifici di Frattura Vecchia sono comunque sempre stati mantenuti insieme a piccole attività orticole che lo rendono a tutt’oggi un centro particolarmente vivo.

Aielli (AQ).
La chiesa razionalista di Aielli stazione (1937), insediamento nato dopo il terremoto del 1915 lungo la linea ferroviaria Roma – Pescara.

Aielli (AQ) vede la nascita di un nuovo centro abitato, in prossimità della stazione ferroviaria, senza che il vecchio centro venga mai abbandonato. 
Quindi oggi ci si trova di fronte allo sdoppiamento del paese con la presenza di due centri abitati con un numero di abitanti simile.

Borgo Sperone
Il borgo di Sperone, nel comune di Gioia de’ Marsi (AQ), con la torre della seconda metà del XIII secolo, abbandonato a causa del terremoto del 1915.

Sperone, borgo nel comune di Gioia de’ Marsi (AQ), vede la distruzione del centro abitato antico con il successivo invito alla popolazione a considerare l’opzione della discesa al piano. Gli abitanti rifiutarono tale ipotesi essendo tutti i loro interessi economici legati a un’agricoltura di montagna. Il paese venne quindi ricostruito con casette “asismiche” in muratura su un pianoro ad alcune centinaia di metri dal nucleo originale. A partire dagli anni Sessanta, anche in seguito alle mutate condizioni economiche, anche il nuovo insediamento fu abbandonato con il trasferimento degli abitanti nel piano.

Alba Fucens
Resti del Castello Orsini (XV – XVI secolo) sulla collina di San Nicola dove sorgeva il borgo medioevale di Alba Fucens, distrutto dal terremoto del 1915.

Alba Fucens vive vicende ancora più complesse. L’antico insediamento romano venne abbandonato in periodo alto medioevale a causa di un diffuso dissesto geologico. Si ebbe di conseguenza la creazione del Borgo Medioevale sul costone a monte dell’insediamento originario. Il terremoto del 1915 causò la completa distruzione del Borgo e la costruzione del nuovo insediamento sul rilievo collinare che delimita a ovest l’attuale area archeologica romana.

a cura di Fabrizio Galadini e Giuliano Milana, INGV-Roma1.


Il documentario, a cura di Lucrezia Lo Bianco ed Agostino Pozzi, è stato prodotto da Europe Consulting ONLUS.

Progetto finanziato con fondi INGV (Sezione Roma1 e Progetto FIRB-Abruzzo).

Si ringraziano tutti i cittadini dei paesi coinvolti nel progetto e la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo.

2 thoughts on “Le Radici Spezzate, Marsica 1915–2015

Comments are closed.