Eventi sismici tra le province di Terni e Viterbo: aggiornamento del 31 maggio 2016 ore 16.00 e approfondimento

Il terremoto che è stato registrato ieri sera, 30 maggio alle ore 22:24 italiane, nella zona a nord del Lago di Bolsena, con epicentro molto vicino al comune di Castel Giorgio (TR), ha avuto magnitudo Richter ML 4.1. Al momento (ore 16:00 del 31 maggio) è stato seguito da circa 35 repliche (aftershocks), la più forte delle quali ha avuto magnitudo 3.4 (alle ore 11.22). La revisione della localizzazione ipocentrale della scossa principale e delle repliche di magnitudo inferiore, effettuata nella mattinata di oggi, mostra che la sismicità è piuttosto superficiale, intorno a 8 km.

La sismicità delle ultime ore ha interessato una regione spostata verso nord-ovest rispetto a quella di ieri sera, collocandosi vicina al comune di Acquapendente (VT). La distribuzione degli epicentri mostra un allineamento di questi ultimi lungo due linee sub-parallele, orientate circa nordovest-sudest.

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Sequenza sismica tra le province di Terni e Viterbo, aggiornata alle ore 16.00 italiane.

Il meccanismo focale della scossa principale di ieri mostra che la faglia attivata è orientata in senso nordovest-sudest e ha carattere estensionale o “normale”,  in accordo con la prevalenza della cinematica distensiva per i terremoti crostali dell’Appennino centrale.

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Meccanismo focale del terremoto di ieri sera nelle province di Terni e Viterbo. Il simbolo rosso e bianco indica il tipo di geometria e movimento della faglia responsabile del terremoto. La stella rossa è l’epicentro del terremoto e i triangoli rossi sono le stazioni sismiche usate nel calcolo.

La magnitudo momento Mw così calcolata è 4.1, pari quindi alla magnitudo Richter ML determinata dal personale della Sala Sismica-INGV subito dopo l’evento.

Il terremoto è stato ampiamente risentito in tutta la regione dell’alto Lazio e Umbria meridionale. Sono pervenuti oltre 800 questionari al sito “haisentitoilterremoto” che hanno permesso di ricostruire il quadro degli effetti. Gli effetti stimati (pari a circa il IV grado MCS) sono in accordo con quanto era stato stimato subito dopo il terremoto con i dati della Rete Sismica Nazionale dell’INGV e della Rete Accelerometrica Nazionale del DPC e mostrati nelle mappe di scuotimento.

Distribuzione delle intensità strumentali . La scala utilizzata è la Scala Mercalli Modificata (MMI – Modified Mercalli Intensity) e si basa sui valori registrati di effettivo scuotimento del suolo in termini di accelerazione e velocità del suolo. In generale, la scala dell’intensità Mercalli si basa sugli effetti che lo scuotimento induce e che viene riportata da un osservatore.

Dal punto di vista della sismicità storica (fonte catalogo CPTI11), l’area epicentrale attuale non è stata colpita da eventi sismici forti. Si notano infatti eventi sismici con magnitudo stimata inferiore a 6. Si ricordano due terremoti: quello del 6 dicembre 1957 con una magnitudo stimata pari a 4.9, con epicentro a Castel Giorgio (TR) con intensità VII-VIII MCS;

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Distribuzione degli effetti del terremoto del 6 dicembre 1957 [fonte: DBMI11].

il terremoto del 11 giugno 1695  con una magnitudo stimata pari a Mw 5.7, con epicentro a Bagnoregio, con intensità VII-VIII MCS nelle vicinanze dell’epicentro attuale.

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Distribuzione degli effetti del terremoto del 11 giugno 1695 [fonte: DBMI11].

Sul confine tosco-laziale invece è da segnalare il terremoto del 10 settembre 1919  con una magnitudo stimata pari a Mw 5.3, con epicentro nei pressi di Proceno (VT), dove si raggiunse una intensità massima pari al grado VIII MCS. La scossa causò danni nell’area compresa tra il Monte Amiata a nord e il lago di Bolsena a sud.

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Distribuzione degli effetti del terremoto del 10 settembre 1919 [fonte: DBMI11].

Terremoti di maggiori intensità si sono verificati verso il settore appenninico ad est dell’evento attuale. Si ricorda l’evento del 14 gennaio 1703  on una magnitudo stimata pari a Mw 6.7, avvenuto nell’appennino Umbro-Reatino, con intensità VI-VII MCS ad Orvieto.

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Terremoti storici sovrapposti alla Mappa di pericolosità sismica. La stella mostra l’epicentro dell’evento di Ml 4.1 del 30 maggio.

La mappa di pericolosità sismica (espressa in termini di accelerazione orizzontale del suolo con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni, riferita a suoli rigidi) include l’area epicentrale attuale in una zona di media pericolosità con valori di accelerazione orizzontale compresi nell’intervallo 0.125-0.150 g.

E’ possibile seguire l’andamento della sismicità sul sito del Centro Nazionale Terremoti che riporta tutte le localizzazioni in tempo reale calcolate dal personale della Sala Sismica dell’INGV di Roma.


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