Tartarughe e terremoti: l’arte di strada incontra la divulgazione scientifica

C’era una volta un chicco di frumento
e diventò una spiga d’oro al vento.
C’era il carbone, alla montagna in cuore:
bruciando diventò luce e calore […]

(da “Filastrocche per tutto l’anno”, G. Rodari, Einaudi Ragazzi)

Filastrocche, parole che diventano musica e che si ripetono, cantilene e indovinelli che accompagnano i giochi dei più piccoli ma che contemporaneamente possono essere un’infinità di altre cose. Sono sogni, quando si susseguono vocaboli ipnotici senza senso, sono valori, quando si tramandano culture popolari. Creano legami e sviluppano emozioni. Molto tempo fa, quando l’istruzione era per pochi, quando non tutti i bambini potevano andare a scuola, un modo per trasmettere conoscenza era tramite le filastrocche, tramite testi di folklore infantile: i numeri, fare di conto, la stagionalità.

È possibile, infatti, spiegare concetti anche molto difficili, tramite le rime, contribuendo, musicalmente, alla loro comprensione e memorizzazione. Le filastrocche sono quindi molto utili per trasmettere informazioni, ma alcune di loro sono anche infinitamente belle, poiché immerse nel delicato mondo dell’infanzia e della poesia.

Uno e uno due,
due e due quattro,
quattro e quattr’otto.
Corna del bue,
zampe del gatto,
capito tutto!
Conto la vita
sulle mie dita,
conto su petali
di margherita. […]

(da “Filastrocche per contare”, B. Tognolini, Periodici. San Paolo)

La divulgazione scientifica si occupa proprio di questo, ovvero di trasmettere al grande pubblico, di tutte le età, le conoscenze scientifiche che il mondo della ricerca ha sviluppato nel corso del tempo e che continua a sviluppare giorno dopo giorno. Ci sono infiniti modi per divulgare e c’è chi, affascinato dalle filastrocche, ha cercato di avvicinarsi a questo mondo per raccontare il nostro Pianeta Terra.

[…] Ogni anno fa un girotondo
intorno alla stella più bella del mondo,
questa stella si chiama Sole
e ci regala il suo gran calore.
Ma la mia Terra ama anche danzare
e su sé stessa le piace ruotare
alternando il gioco del giorno
con il viaggio del sogno notturno. […]

(da “Filastrocca della Terra”, MG Ciaccio, Pacini Ed.)

E cosa succede se un gruppo di artisti si imbatte in un gruppo di ricercatori e ricercatrici che ama filastrocche e leggende e che da tempo si dedica a incontri col grande pubblico? Ma, attenzione, cosa può ancora succedere se tra questi artisti c’è un mangiafuoco e tra questi ricercatori c’è un vulcanologo?

Succede che la divulgazione scientifica raggiunge uno dei suoi obiettivi più grandi, ovvero quello di divulgare divertendo.

L’incontro tra i ricercatori dell’INGV e gli artisti di strada del gruppo teatrale Ile Flottante, una realtà consolidata nell’ambito della produzione di spettacoli di carattere professionale, avviene nel 2022, in occasione dell’organizzazione del Festival della Scienza di Genova, su proposta di M. Crescimbene (INGV) che aveva avuto modo di lavorare con la compagnia nell’edizione precedente del Festival, quando era stato portato in scena, all’interno di un teatro, lo spettacolo scientifico, “Terremoti, Totem e Tabù” (prodotto da INGV e Studio Bottoni). Per il 2023, però, si voleva presentare qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso che potesse coinvolgere e appassionare persone appartenenti a una vasta gamma di età grazie a spettacoli basati su leggende e filastrocche che raccontavano la nostra Terra, i terremoti e i vulcani.

Nasce così una collaborazione bella e proficua che, grazie ai testi scritti da M. G. Ciaccio, G. De Astis, G. Soldati ed M. G. Piangiamore e all’adattamento teatrale della regista Francesca Satta Flores, mette in scena tre spettacoli che, sotto il cielo autunnale di un fine ottobre genovese, tra rime, musiche, giocoleria, fuoco e scintille, sono riusciti a incantare bambini e adulti.

Tartarughe e Terremoti”, “Le signore della Terra” e “V.V.V. Volubili Vulcani in Venditahanno raccontato, con un linguaggio coinvolgente, il rapporto dell’umanità con il nostro pianeta e le conoscenze scientifiche sviluppate nel corso dei secoli. Leggende sulla nascita del pianeta, sui pregiudizi di genere nel mondo della scienza, la malinconica storia azteca che spiega l’origine di due imponenti vulcani del Messico, o il racconto di Pelèe, la maestosa dea hawaiana, sovrana del fuoco, dei fulmini, dei vulcani, del vento, della danza e creatrice di tutte le isole Hawaii. Tante persone, tanti bambini sono venuti ad ascoltare le nostre storie, a vedere le suggestive acrobazie del mangiafuoco, la sua maestria nel disegnare in aria linee incandescenti.

Forti del successo riscontrato, si è deciso di ripetere i tre spettacoli nell’ambito della partecipazione dell’INGV al Festival delle Scienze di Roma, 2023. Abbiamo anche deciso di partecipare al concomitante e vivacissimo Villaggio per la Terra di Roma, 2023: qui sono venuti a trovarci i bambini e le bambine delle classi delle scuole materne, e lo spettacolo rappresentato è stato “Tartarughe e Terremoti” in cui la leggenda della Tartaruga Gigante si fonde con la Filastrocca della Terra regalando una narrazione, in parte vera e in parte magica, dell’evoluzione e delle caratteristiche del nostro pianeta.

[…] Tanto, tanto tempo fa, prima che ci fossero le persone,
non c’era quasi niente al mondo tranne l’acqua.
Un giorno il Grande Spirito guardò dal cielo,
vide un’infinità di acqua e decise di creare una bella terra.
Tutto ciò che vedeva era acqua.
Poi individuò una tartaruga gigante.
La tartaruga era bellissima e grande come un’isola.
Il Grande Spirito decise di realizzare la splendida terra sul dorso della tartaruga. […]

(da “Tartarughe e Terremoti” a cura di INGV e Studio Bottoni)

Tanti applausi per Lara Panizzi, Valentina Greco e Paolo Mele che hanno condotto il pubblico tra realtà e immaginazione, lungo un percorso che ha unito il linguaggio teatrale al linguaggio scientifico, e quindi alla fine, come naturale conclusione, gli artisti hanno presentato i ricercatori e le ricercatrici pronti a rispondere alle curiosità del pubblico. Domande e riflessioni nate durante, e grazie allo spettacolo, affiancando così la narrazione teatrale alle spiegazioni divulgative del fenomeno, affrontando concetti scientifici complessi in modo chiaro e corretto, ma contemporaneamente piacevole e leggero.

L’arte incontra quindi la ricerca: uno strumento capace di creare un ponte colorato tra scienziati e pubblico, un’occasione speciale per giocare insieme, perché giocare è un altro modo di allenare la mente, divertendosi.

A cura di Maria Grazia Ciaccio  (INGV – Roma1)


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