Il vulcano di fango delle Macalube registrato dalla Rete Sismica Nazionale

L’esplosione che questa mattina, poco prima di mezzogiorno, ha accompagnato la fuoriuscita di fango con conseguenze tragiche, è stata rilevata probabilmente dalla stazione sismica denominata FAVR. Questa stazione, appartenente alla Rete Sismica Nazionale (RSN) dell’INGV, è posta in località Villaggio Mosè, nel Comune di Favara (AG), a circa 10 km dalla Riserva Naturale di Macalube di Aragona. Il nome Macalube (o secondo alcune versioni Maccalube) deriva dall’arabo Maqlùb che significa letteralmente “ribaltamento”, proprio per le sue caratteristiche geologiche di continua attività.

Gli altri sismometri della RSN sono posti a distanza maggiore e non mostrano, ad una prima analisi speditiva, segnali coerenti con l’esplosione. I fenomeni di esplosione legati alla nascita di vulcani di fango possono generare onde sismiche e onde acustiche e venire quindi identificati dai sismometri. Se fosse confermata l’origine del segnale della figura sopra come determinato dall’esplosione del vulcanello di fango, potremmo identificare l’orario preciso del fenomeno, che si collocherebbe intorno alle 11h 52′ 30″.
Un fenomeno simile si era verificato anche nell’agosto 2008 nei pressi dell’abitato di Santa Barbara, nel comune di Caltanissetta ed era stato analizzato dai ricercatori dell’INGV della Sezione di Palermo.

Nella figura sopra si vede il segnale dello stesso sismometro FAVR nelle ultime 24 ore. Si nota, intorno alle ore 23:38 UTC del 26 settembre, il segnale di un terremoto di M4.1 avvenuto al largo della Sicilia orientale, la cui localizzazione è riportata nella figura sotto (la stella verde in mare).

Un fenomeno analogo a quello delle Maccalube si verificò anche al largo delle coste del Pakistan dopo un forte terremoto. In quel caso il vulcano di fango si generò in mare e fu così grande da generare un’isola. Anche in quel caso il fenomeno non era legato all’evento sismico (il cui epicentro era molto distante dall’isola neo-formata), ma molto probabilmente ad una fuoriuscita improvvisa di gas dal fondo marino.
Come per il caso del Pakistan, e di molti altri noti nella letteratura geologica, anche quello di Macalube non ha niente a che vedere con l’attività vulcanica.
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