Evento sismico nello Stretto di Gibilterra, M 6.3, 25 gennaio 2016

Un terremoto di magnitudo M 6.3 è stato localizzato dall’INGV alle ore 05:22 italiane (04:22 UTC) di questa mattina, 25 gennaio, nel Mare di Alboran ad est dello Stretto di Gibilterra. L’epicentro è stato localizzato 150 km ad est di Gibilterra, 86 km a nord di Melilla (enclave spagnola del Marocco) e 50 km a nord di Al Hoceima in Marocco.

Localizzazione del terremoto di magnitudo 6.3 avvenuto questa mattina alle ore 05:22 italiane nello Stretto di Gibilterra.
Localizzazione del terremoto di magnitudo 6.3 avvenuto questa mattina alle ore 05:22 italiane nello Stretto di Gibilterra.

Secondo i dati del Euro Mediterranean Seismological Center (CSEM), la scossa principale è stata preceduta da una scossa di M 5.0, avvenuta giovedì 21 gennaio 2016 alle ore 14:47 italiane (13:47 UTC), ed è stata seguita da diverse repliche, di cui 4 con magnitudo superiore a 5 risentite sia lungo la costa spagnola che quella marocchina. La scossa principale è stata molto risentita in Spagna meridionale e lungo la costa settentrionale del Marocco. Sono stati riportati dei leggerissimi danneggiamenti a Melilla.

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Localizzazione dei terremoti avvenuti nelle ultime 24 ore nello Stretto di Gibilterra (Fonte: CSEM).

Questo terremoto è avvenuto circa 12 anni dopo il terremoto di M 6.3 di Al Hoceima che il 24 febbraio 2004 ha colpito la costa settentrionale del Marocco causando più di 630 vittime. L’epicentro del terremoto del 25 gennaio 2016 si situa circa 50 km a nord dell’epicentro del terremoto del 2004 ad una profondità di circa 10 km. Gli eventi del 25 gennaio e del 21 gennaio 2016 similmente al terremoto del 2004 sono stati caratterizzati da meccanismi focali di tipo trascorrente in risposta al regime tettonico compressivo di questo settore del Mediterraneo occidentale, che è causato dal moto relativo di avvicinamento tra le placche Africana ed Europea e che localmente è di pochi mm per anno.

Localizzazione del terremoto di M 6.3 del 25 gennaio 2016 e meccanismi focali calcolati da diversi istituti di ricerca europei (tra cui l’INGV). La mappa è presa dal sito dell’EMSC-CSEM (Euro Mediterranean Seismological Center; http://www.emsc-csem.org/).
Localizzazione del terremoto di M 6.3 del 25 gennaio 2016 e meccanismi focali calcolati da diversi istituti di ricerca europei (tra cui l’INGV). (Fonte CSEM).

Il maremoto che non c’è stato

Il terremoto di stanotte al largo del Marocco è stato un ottimo test del CAT, il sistema di monitoraggio degli tsunami nel Mediterraneo. Fortunatamente, a causa della magnitudo contenuta e del tipo di movimento della faglia, trascorrente e quindi prevalentemente orizzontale, non si è registrato alcun maremoto. In realtà, un piccolo segnale di onda di tsunami è stato rilevato in due mareografi in Marocco e forse anche a Palma de Mallorca.

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Simulazione dei tempi di propagazione delle onde di maremoto che il terremoto di magnitudo 6.3 avrebbe potuto causare se avesse avuto caratteristiche diverse: un meccanismo focale differente e una magnitudo maggiore. Stima del CAT dell’INGV. La magnitudo indicata in figura è quella calcolata in via preliminare; la magnitudo definitiva calcolata dal CAT è 6.3

I tempi di risposta del CAT, il sistema di monitoraggio INGV realizzato in collaborazione con Dipartimento della Protezione Civile e ISPRA, sono stati molto buoni: già dopo sei minuti si aveva una stima affidabile dell’epicentro e della magnitudo, e il primo avviso di possibile tsunami è stato inviato 11 minuti dopo il terremoto. Nel caso in cui si fosse generato, uno tsunami avrebbe impiegato circa due ore a raggiungere la costa occidentale della Sardegna, tre ore circa per la Sicilia e oltre tre ore per Lazio, Campania, Basilicata e Calabria.

con il contributo di Pierfrancesco Burrato (INGV-Rm1) e del personale del CAT-INGV.