Terremoto in provincia di Frosinone, M4.8, 16 febbraio 2013 ore 22.16: approfondimento
L’area intorno a Sora in cui è avvenuto il terremoto di magnitudo ML 4.8 nella notte del 16 febbraio 2013 è classificata ad alta pericolosità sismica. Questo terremoto è uno dei più forti terremoti avvenuti a Sora negli ultimi trent’anni come si può vedere dalla mappa dei terremoti dal 1981 a oggi. Le due stelle rappresentano gli eventi sismici avvenuti nel Appennino abruzzese nel 1984, il 7 maggio, di magnitudo Mw 5.9, e l’11 maggio, di magnitudo Mw 5.5. Come per questi ultimi terremoti, anche quello del 16 febbraio 2013 ha avuto un meccanismo estensionale, ossia su faglie distensive (o normali) orientate parallelamente alla catena e alle vallate appenniniche. Questi terremoti sono proprio il risultato del processo di estensione o stiramento dell’Appennino in senso nordest-sudovest.

Storia e pericolosità sismica

Nel passato più remoto, quest’area è stata colpita da terremoti molto forti, tra i quali vanno ricordati quelli del 24 luglio 1654 di magnitudo stimata 6.3 (Frusinate), del 9 settembre 1349 di magnitudo 6.6 (Lazio meridionale-Molise) e del 13 gennaio 1915 di magnitudo 7.0 (Avezzano e Marsica), come si legge nel Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (CPTI11, http://emidius.mi.ingv.it/CPTI11/) e rappresentati nella mappa dei terremoti storici. Quest’area ha subito danni anche per i terremoti del 1688 di magnitudo stimata 7.0 (Sannio) e 1456 di magnitudo 7.2 (Molise): sulle queste faglie responsabili di questi terremoti ci sono numerosi lavori pubblicati (Di Bucci et al, 2005, Di Bucci et al, 2006 sul terremoto del 1688 e Fracassi e Valensise, 2007 sulla sequenza del 1456).

L’area dove è avvenuto il terremoto del 16 febbraio 2013 è caratterizzata da una notevole attività sismica e non sono solo i forti terremoti prima descritti che possono provocare danni, ma anche i terremoti di entità inferiore. La storia sismica di Sora racconta, infatti, che la città ha subito danni molto frequentemente negli ultimi 500 anni, anche per terremoti di magnitudo modesta.

Sono 4 gli eventi sismici che hanno prodotto effetti di danneggiamento a Sora superiori o uguali al grado VIII della scala Mercalli (MCS), come evidenziato dalla storia sismica della città dall’anno 1000 in poi. Ricordiamo che nella scala Mercalli MCS, il grado VI identifica l’inizio del danneggiamento.

Tutte le conoscenze scientifiche al momento disponibili sono riassunte nella Mappa di Pericolosità Sismica del territorio nazionale (Gruppo di Lavoro MPS, 2004; rif. Ordinanza PCM del 28 aprile 2005, n. 3519, All. 1b) dalla quale si rileva che l’area in oggetto è ad alta pericolosità.

La mappa di pericolosità sismica, che individua le aree dove ci si possono attendere scuotimenti sismici di diversa forza, in qualsiasi momento e quindi anche in assenza di sequenze sismiche, è tuttora lo strumento più efficace che la comunità scientifica mette a disposizione per le politiche di prevenzione. La prevenzione, che si realizza principalmente attraverso la riduzione della vulnerabilità sismica delle costruzioni, ovvero il rafforzamento delle costruzioni meno resistenti al sisma, resta la migliore difesa dai terremoti e l’unico modo per ridurne le conseguenze immediate.
La ricerca sismologica intanto prosegue con molti studi basati sui dati delle reti sismiche e geodetiche, con analisi geologica di terreno e dal satellite e approfondimenti storici. I risultati di questi studi ci avvicinano alla comprensione dei processi che portano all’accadimento dei terremoti, attraverso un processo lento ma rigoroso, che permetterà di identificare le molte faglie attive che attraversano la nostra regione, delinearne le caratteristiche e valutarne il potenziale a breve e lungo termine. Nell’area colpita dal terremoto del 16 febbraio era in corso già da molti mesi uno studio di dettaglio delle faglie attive, con una fitta rete di sismometri che rilevano la microsismicità.
Inoltre, a seguito delle sequenze sismiche avvenute nell’area tra l’estate e l’autunno del 2009, il nostro Istituto in collaborazione con la Regione Lazio e 14 Direzioni Didattiche, Istituti Comprensivi, Scuole Medie, Istituti Superiori di 25 Comuni della provincia di Frosinone ha portato avanti un progetto triennale di educazione al rischio sismico che si è concluso il 18 maggio 2012 con un Open Day sul rischio sismico rivolto a tutti i cittadini (info su http://tuttejemunnetremajeno.wordpress.com).
Bibliografia
- Di Bucci, D., B. Massa and A. Zuppetta, 2006. Relay ramps in active normal fault zones: A clue to the identification of seismogenic sources (1688 Sannio earthquake, Italy). Geol. Soc. Am. Bull., 118, 3-4, 430?448, 10.1130/B25783.1.
- Di Bucci, D., B. Massa, M. Tornaghi and A. Zuppetta, 2005. Structural setting of the 1688 Sannio earthquake epicentral area (Southern Italy) from surface and subsurface data.J. Geodyn., 40, 294-315.
- Fracassi, U., and G. Valensise 2007 Unveiling the sources of the catastrophic 1456 multiple earthquake: Hints to an unexplored tectonic mechanism in Southern Italy. Bull. Seismol. Soc. Am., 97, 3, 725-748, 10.1785/0120050250.
- Gruppo di Lavoro MPS, 2004. Redazione della mappa di pericolosità sismica prevista dall’Ordinanza PCM del 20 marzo 2003. Rapporto Conclusivo per il Dipartimento della Protezione Civile, INGV, Milano-Roma, aprile 2004, 65 pp. + 5 appendici.
- Ordinanza PCM 3274 del 20/03/2003. Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione del territorio nazionale e di normative tecniche, G.U. n.105 del 08/05/2003.
- Ordinanza PCM 3519 del 28/04/2006. Criteri generali per l’individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l’aggiornamento degli elenchi delle medesime zone, G.U. n.108 del 11/05/2006.
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