Forte terremoto in Nepal (Mw7.8) il 25 aprile 2015
Un terremoto di magnitudo 7.8 ha colpito la regione del Nepal questa mattina 25 aprile 2015 (alle 06:11 UTC, 08:11 in Italia, le 11:56 in Nepal).

La zona è nota per la sua attività sismica ed è considerata una delle regioni a più alto rischio del mondo. L’attività sismica della regione è causata dalla convergenza tra la placca indiana, a sud, e la placca euro-asiatica a nord, che ha determinato la formazione della catena dell’Himalaya. Il movimento relativo tra le due placche è di 4-5 centimetri per anno (di cui si stima che 2 cm/anno vengano accumulati lungo il margine meridionale della catena montuosa, v. figura sotto). Questo significa che ogni 100 anni si accumula una deformazione pari a 2 metri di spostamento relativo tra le due placche. Nell’area colpita dal terremoto di oggi non ci sono stati forti terremoti per diversi secoli; per questo motivo la zona intorno alla capitale Kathmandu era considerata un gap sismico.

La figura sopra mostra il potenziale sismico di tutta la fascia di contatto tra la placca indiana e quella eurasiatica (linea curva nera): le colonne colorate in rosso e rosa indicano, per ciascun settore, la quantità di spostamento (in metri) che si può verificare con un terremoto. Nel caso della zona colpita dal terremoto odierno si stimavano movimenti co-sismici tra 4 e 10 metri. La zona subito a est di quella colpita oggi era stata interessata da un terremoto di magnitudo superiore a 8 nel 1934.
Lo schema geologico (nel box in alto a destra della figura sopra) mostra come la placca indiana scivoli sotto quella eurasiatica creando l’innalzamento dell’Himalaya. La porzione del contatto tra le placche indicata come “locked” (bloccata) è quella che rimane ferma – per secoli – nel periodo inter-sismico e che si muove improvvisamente quando viene superata la resistenza della faglia: in quel momento avviene un terremoto che ristabilisce (momentaneamente) l’equilibrio geologico. Per approfondimenti si veda il sito del CIRES: http://cires1.colorado.edu/~bilham/HimSeismicGaps.html
Al momento (le 11:30 in Italia) sono state rilevati più di dieci aftershock con magnitudo maggiore di 5 e moltissimi altri di magnitudo inferiore.
Secondo le stime preliminari dell’USGS (figura sotto) è molto probabile che ci siano centinaia o migliaia di vittime (si veda qui).

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