Probabile imminente eruzione in Islanda: evacuata la città di Grindavik

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La cittadina di Grindavik (circa 3700 abitanti) è stata completamente evacuata due giorni fa, dopo che gli scienziati dell’IMO (Icelandic Meteorological Office), dell’Università dell’Islanda e del Dipartimento di protezione civile e gestione delle emergenze si sono riuniti per discutere del rischio di un’eruzione vulcanica nei pressi del centro abitato

I dati sismologici e quelli sulla deformazione del suolo ricavati dai satelliti hanno evidenziato, infatti, una progressione preoccupante negli ultimi giorni. L’attività sismica, caratterizzata da sciami con migliaia di terremoti avvenuti a partire dal 25 ottobre scorso, con una magnitudo massima di 4.5, ha permesso di tracciare lo spostamento del magma in profondità (figura 1).

Figura 1 -Localizzazione epicentrale dei terremoti degli ultimi giorni (fonte: IMO, https://x.com/Vedurstofan/status/1723315864047321272?s=20)

Nei giorni seguenti, i dati sismologici hanno evidenziato una migrazione della zona attiva, mentre quelli GNSS e InSAR hanno mostrato degli spostamenti del terreno (figure 2 e 3) coerenti con l’intrusione di  un dicco magmatico. I dati indicano che l’intrusione di magma si estende dalla località di Stóra-Skógsfell a nord fino a Grindavík a sud, dove prosegue sotto il fondale marino. 

Figura 2 – L’interferogramma (InSAR) per il periodo dal 28 ottobre al 6 novembre mostra che lo spostamento in quel periodo è stato di circa 7 cm (nella zona rossa). (fonte: IMO – https://en.vedur.is/about-imo/news/a-seismic-swarm-started-north-of-grindavik-last-night)
Figura 3 – Spostamento verticale di uno dei siti della rete GNSS islandese (Mt. Þorbjörn), che mostra l’inizio della deformazione dovuta all’intrusione magmatica intorno al 28 ottobre 2023.

Secondo i modelli preliminari calcolati dall’IMO utilizzando i dati satellitari più recenti acquisiti negli ultimi giorni, la profondità minima della parte superiore del dicco magmatico a nord di Grindavík è di 800 metri. L’interpretazione congiunta delle misurazioni terrestri e satellitari indica che la dimensione dell’intrusione di magma e la velocità con cui si muove sono molte volte maggiori di quanto misurato nelle precedenti eruzioni avvenute tra 2021 e 2023 nella penisola di Reykjanes. 

I ricercatori dell’IMO hanno dichiarato che “la probabilità che si verifichi un’eruzione vulcanica nel prossimo futuro è considerevole”. 

Evoluzione degli ultimi due giorni

Alle 18:00 dell’11 novembre, dopo un incontro tra gli scienziati dell’Ufficio meteorologico islandese, dell’Università dell’Islanda e del Dipartimento di protezione civile e gestione delle emergenze in cui sono stati analizzati tutti i dati più recenti e rivisti gli ultimi modelli geofisici, si è concluso che la probabilità di un’eruzione vulcanica è elevata e che un’eruzione potrebbe essere possibile in un arco di tempo di pochi giorni.

La posizione esatta della possibile bocca o fessura eruttiva è sconosciuta, ma la lunghezza di 15 km e l’orientamento del dicco danno una buona indicazione delle possibili aree di emersione del magma (figura 4).

Figura. 4 – La mappa mostra la posizione dell’intrusione nel dicco (linea rossa) sulla base delle immagini radar satellitari, delle misurazioni GPS, dei dati sismici e dei modelli geofisici (fonte: IMO).

Negli ultimi due giorni, l’attività sismica in corrispondenza dell’intrusione di magma è rallentata, ma questo non significa che le probabilità di un’eruzione siano diminuite. Dalla mezzanotte del 12 novembre, sono stati registrati circa 1.000 terremoti, tutti di magnitudo inferiore a 3. La maggior parte dei terremoti è localizzata ad una profondità di 3-5 km, ovvero nella porzione inferiore della frattura intrusa dal magma.

L’attività sismica più recente si è concentrata nel settore nord e in mare a sud-ovest di Grindavik, come mostra la mappa di fig. 1.  Per questo motivo, secondo i ricercatori islandesi è aumentata anche la probabilità di un’eruzione sottomarina ed è necessario prepararsi anche alla possibilità di attività esplosiva.

Le misurazioni GPS delle ultime 24-36 ore mostrano che la deformazione associata all’intrusione di magma formatasi venerdì 10 novembre è rallentata. Ciò suggerisce che il magma si stia avvicinando alla superficie, ma al momento nessun modello è stato ancora elaborato per stimarne con precisione la profondità.

Le informazioni contenute in questo post sono state ricavate dai numerosi aggiornamenti dell’IMO disponibili qui: https://en.vedur.is/about-imo/news/a-seismic-swarm-started-north-of-grindavik-last-night 

I dettagli sull’evacuazione di Grindavik si trovano qui: https://www.youtube.com/watch?v=1lDpgxCHmOQ

 


English version

Probable imminent eruption in Iceland: town of Grindavik evacuated

The small town of Grindavik (population about 3,700) was completely evacuated two days ago after scientists from the Icelandic Meteorological Office (IMO), the University of Iceland, and the Department of Civil Defence and Emergency Management met to discuss the risk of a volcanic eruption near the town.

Indeed, seismological and ground deformation data obtained from satellites have shown an alarming progression in recent days. Seismic activity, characterized by swarms with thousands of earthquakes occurring since Oct. 25, with a maximum magnitude of 4.5, has made it possible to trace the displacement of magma at depth (Figure 1).

Figure 1 -Epicenter location of earthquakes in recent days (source: IMO, https://x.com/Vedurstofan/status/1723315864047321272?s=20)

In the following days, seismological data showed a migration of the active zone, while GNSS and InSAR data showed ground displacements (Figures 2 and 3) consistent with the intrusion of a magmatic dike. The data indicate that the magma intrusion extends from Stóra-Skógsfell in the north to Grindavík in the South, where it continues under the seafloor.

Figure 2 – The interferogram (InSAR) for the period from Oct. 28 to Nov. 6 shows that the displacement during that period was about 7 cm (in the red zone). (Source: IMO – https://en.vedur.is/about-imo/news/a-seismic-swarm-started-north-of-grindavik-last-night)
Figure 3 – Vertical displacement of one of the Icelandic GNSS network sites (Mt. Þorbjörn), showing the onset of deformation due to magmatic intrusion around October 28, 2023.

According to preliminary models calculated by IMO using the satellite data acquired in recent days, the minimum depth of the upper part of the magmatic dyke north of Grindavík is 800 meters. Joint interpretation of the ground-based and satellite measurements indicates that the size of the magma intrusion and the speed at which it is moving are significantly greater than measured in previous eruptions (2021 and 2023) on the Reykjanes Peninsula.

IMO researchers said that “the probability of a volcanic eruption occurring in the near future is considerable.”

Evolution of the past two days

At 6 p.m. on Nov. 11, after a meeting between scientists from the Icelandic Meteorological Office, the University of Iceland, and the Department of Civil Protection and Emergency Management in which all the latest data were analyzed and the latest geophysical models reviewed, it was concluded that the probability of a volcanic eruption is high and that an eruption could be possible within a time frame of a few days.

The exact location of the possible eruptive fissure is unknown, but the 15-kilometer length and orientation of the dyke give a good indication of the possible areas of magma emergence (Figure 4).

Figure. 4 – Map shows the location of the dyke intrusion (red line) based on satellite radar images, GPS measurements, seismic data and geophysical models (source: IMO).

Over the past two days, seismic activity at the magma intrusion has slowed, but this does not mean that the probability of an eruption has decreased. Since midnight on Nov. 12, about 1,000 earthquakes have been recorded, all of magnitude less than 3. Most of the earthquakes are located at a depth of 3-5 km, that is, in the lower portion of the fracture intruded by magma.

The most recent seismic activity has been concentrated in the northern sector and in the sea southwest of Grindavik, as shown in the map in Fig. 1. Because of this, the probability of an underwater eruption has also increased, according to Icelandic researchers, and the possibility of explosive activity should also be considered.

GPS measurements for the past 24-36 hours show that the deformation associated with the magma intrusion has slowed. This suggests that the magma is approaching the surface, but no model has been developed yet to accurately estimate its depth.

The information in this post was gleaned from the many updates IMO available here: https://en.vedur.is/about-imo/news/a-seismic-swarm-started-north-of-grindavik-last-night

Details on the evacuation of Grindavik can be found here: https://www.youtube.com/watch?v=1lDpgxCHmOQ


A cura di Alessandro Amato con il contributo del gruppo INGVvulcani


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