Terremoti dimenticati: il caso di Ceneselli (RO) tra tracce materiali e cultura popolare

Nel pomeriggio del 25 ottobre 2023, a circa 8 km di profondità sotto le case di Ceneselli, comune della provincia di Rovigo, a poca distanza dalla riva sinistra del Po, si è verificato un terremoto di magnitudo Mw 4.2. Lo scuotimento che ha prodotto è stato avvertito in moltissime località tra gli Appennini e le Alpi, da Bologna a Venezia al Trentino-Alto Adige, con intensità valutabili del grado III e IV MCS e, in rarissimi casi, del grado V MCS (avvertimento forte, ma senza danni). Tre giorni dopo, nel pomeriggio del 28 ottobre, un evento di pari energia, localizzato a breve distanza dal primo, ma a maggiore profondità (circa 10 km), è stato risentito più o meno nella stessa area con effetti valutabili fino al IV-V grado MCS (Figura 1).

Figura 1 – I maggiori eventi localizzati dalla Rete Sismica Nazionale nei pressi di Ceneselli il 25 e 28 ottobre 2023 (https://terremoti.ingv.it).

La breve sequenza sismica di fine ottobre ha suscitato molto stupore nell’opinione pubblica e sui media, per la diffusa -ma errata- convinzione che la zona interessata “non fosse sismica”. In realtà, come è noto, tutti i Comuni italiani sono soggetti a classificazione sismica e quello di Ceneselli in particolare è classificato in zona 3 [Regione del Veneto, 2021]. Una ventina di chilometri a sud-ovest di Ceneselli si trovano le aree epicentrali della sequenza sismica in Pianura Padana del maggio-giugno 2012 (Figura 2). 

Figura 2 – I terremoti avvenuti nei pressi di Ceneselli il 25 e 28 ottobre 2023 e la sequenza sismica in Pianura Padana del 2012 (https://terremoti.ingv.it).

La sequenza del 2012, oltre a causare lutti e distruzioni nelle province di Modena, Ferrara, Reggio Emilia, Bologna, Mantova e Rovigo, determinò anche un lungo periodo di inagibilità della chiesa parrocchiale di Ceneselli, vasto quanto vulnerabile edificio settecentesco la cui mole torreggia sulle casette circostanti con un campanile di 60 metri, tra i più alti di tutto il Polesine (Figura 3).

Figura 3 – La chiesa parrocchiale di Ceneselli (Google Maps).

Oltre a subire gli effetti di terremoti significativi localizzati a poche decine di chilometri di distanza, il territorio di Ceneselli è sede di una modesta e sporadica sismicità locale che, prima della fine di ottobre 2023, nell’ultimo centinaio di anni si è manifestata con i terremoti del 17 luglio 2011 (Mw 4.5, localizzazione epicentrale quasi identica a quella dell’evento del 25 ottobre 2023), del 6 dicembre 1986 (Mw 4.4) e del 22 gennaio 1910 (Mw 4.0), questi ultimi localizzati rispettivamente poco a sud-est e poco a sud-ovest di Ceneselli (Figura 4).

Figura 4 – Distribuzione delle intensità dei terremoti del 1910, 1986 e 2011 (Rovida et al., 2022).

Nei dieci secoli precedenti, invece, dal catalogo sismico CPTI15 (vers. 4.0, Rovida et al., 2022) e dalla banca dati macrosismici DBMI15 (vers. 4.0, Locati et al., 2022) non risultano evidenze di questa sismicità locale. Le “storie sismiche” (serie cronologiche degli effetti sismici osservati) di Ceneselli e delle vicinissime località di Castelmassa e Calto, sono “vuote” tra l’anno 1000 e la fine dell’Ottocento. L’unica notizia di effetti sismici in questo lungo periodo riguarda alcuni danni causati alle chiese di Castelmassa e Calto dal terremoto del 1570 avvenuto nel ferrarese. Anche in questo caso, però, non si sa nulla di eventuali effetti che quello stesso terremoto potrebbe aver causato a Ceneselli come si evince dalla storia sismica in Figura 5. 

Figura 5 – (A sinistra) Storie sismiche di Castelmassa, Ceneselli e Calto (Locati et al., 2022); (in alto a destra) le tre località; (in basso a destra) distribuzione degli effetti del terremoto del 17 novembre 1570 (Rovida et al., 2022).

Anche se mancano notizie su effetti risentiti a Ceneselli a seguito del terremoto del 1570 o di altri terremoti che hanno interessato l’area padano-ferrarese prima della fine dell’Ottocento, non possiamo essere certi che non ce ne siano stati. Forse nessuno ha lasciato testimonianze scritte degli eventuali effetti dei terremoti avvenuti. Forse le testimonianze c’erano… ma sono andate perdute. O magari, semplicemente, non sono state ancora trovate. In ogni caso, un confronto tra la storia sismica “osservata” nel database macrosismico DBMI15 e la storia sismica “virtuale” di Ceneselli (quella calcolata per ogni terremoto del catalogo con una relazione di attenuazione) suggerisce che manchino all’appello diverse segnalazioni di effetti (alcune anche di un certo rilievo benché probabilmente al di sotto della soglia del danno) causati da terremoti di origine non locale (Figura 6).

Figura 6 – Risentimenti sismici a Ceneselli: confronto tra storia sismica “osservata” (sopra; tratta da CPTI15-DBMI15) e “virtuale” (sotto; Martinelli e Meletti, 2010).

Buona parte del lavoro dei sismologi storici consiste nella ricerca delle testimonianze storiche necessarie per ricostruire gli effetti dei terremoti avvenuti nel passato. Terremoti già conosciuti, grazie al lavoro dei tanti eruditi che nel corso dei secoli li hanno studiati e ne hanno compilato elenchi cronologici e descrittivi, ma anche terremoti “dimenticati” o “sottovalutati” dai cataloghi sismici.

Il caso di Ceneselli è un buon esempio dei problemi che si possono incontrare andando in cerca di terremoti “dimenticati”. Come tanti altri centri minori della provincia italiana, Ceneselli ha una storia lunga: basti pensare che esisteva già intorno al XII secolo. Ma è una storia fatta perlopiù di “piccoli” episodi quotidiani, priva di quei “grandi eventi” politici e militari che attraggono l’interesse dei cronisti e degli storici all’antica. E poi è anche una storia in certo senso “nascosta”. Ceneselli sorge nel bel mezzo di una zona – la vasta pianura a nord del Po, nota come Transpadana ferrarese – che nei secoli scorsi era ricca di paludi, povera di popolazione e lontana dalle città e dalle grandi vie di comunicazione, cioè dai centri di produzione e diffusione delle notizie sui fatti importanti che via via accadevano. In altre parole è probabile che molto di ciò che accadeva – giorno per giorno – a Ceneselli (per quanto importante per i residenti) non attirasse l’attenzione dei cronisti di Ferrara o di altre città emiliane e venete, né tantomeno quella degli studiosi di terremoti dei secoli scorsi.

Per ricostruire nei dettagli la storia sismica di una località come Ceneselli ci vorrebbero ricerche sistematiche e “mirate”, da svolgere sia negli archivi storici degli stati che hanno governato la Transpadana ferrarese prima dell’unità d’Italia (Stato estense, Stato della Chiesa, Impero austriaco) e anche su fonti seriali come i giornali dell’area o le “cartoline sismiche” prodotte dalla rete nazionale di osservatori gestita tra fine dell’Ottocento e primi decenni del Novecento dall’Ufficio Centrale di Meteorologia di Roma, che se ne serviva per redigere il suo bollettino sismico annuale. Si tratta, ovviamente, di ricerche lunghe e complesse che richiedono tempo e risorse, umane e non solo.

Fortunatamente, però, ci sono alcune scorciatoie che possono tornare utili. Una delle più interessanti, che ha portato alla riscoperta di alcuni terremoti significativi, ma del tutto dimenticati è il censimento delle tracce materiali e immateriali lasciate sul territorio dai terremoti del passato: immagini ed epigrafi commemorative, riti, tradizioni e altro ancora. 

Una traccia particolarmente suggestiva è il fenomeno del culto tributato ad alcuni santi considerati specialmente efficaci come protettori contro il terremoto. Uno dei più noti è il patrono di Ascoli Piceno, sant’Emidio, vescovo e martire. E, guarda caso, nella chiesa parrocchiale dell’Annunciazione di Maria santissima in Ceneselli, si trova proprio una statua di sant’Emidio, in posizione d’onore in una nicchia riccamente ornata di stucchi a lato dell’altare maggiore. Tra i beni parrocchiali ci sono anche una reliquia del santo e un corale contenente parole e musica di un inno da cantarsi nella sua festa, il 5 agosto (Figura 7). 

Figura 7 – (A sinistra) La statua di sant’Emidio conservata nella chiesa di Ceneselli; (a destra) corale ottocentesco contenente l’inno da recitarsi per i vespri della festa del santo (foto di G. Antonioli).

Questi pochi ma eloquenti indizi ci dicono che la comunità di Ceneselli, a un certo punto della sua storia, ha cominciato a venerare ufficialmente sant’Emidio, un santo estraneo alle tradizioni religiose locali. È molto probabile che questa decisione sia stata presa sotto la spinta emotiva dell’esperienza diretta di un terremoto di un certo rilievo. Sappiamo dal catalogo sismico CPTI15 che, tra la fine del Settecento e il 1885 furono avvertiti diversi terremoti che, almeno in teoria, potrebbero aver raggiunto anche Ceneselli. O forse l’introduzione del culto fu favorita da un terremoto locale (come quelli di fine ottobre 2023) avvenuto non si sa bene quando, ma certamente prima del 1825. Infatti, è proprio nel 1825 che i verbali delle visite pastorali (ispezioni vescovili) segnalano la presenza della reliquia di sant’Emidio a Ceneselli. I verbali delle visite svolte nel Settecento, invece, non ne parlano.

Una vicenda suggestiva e curiosa che ci conferma, una volta di più, come il censimento delle tracce materiali e culturali della storia sismica (immagini di santi, riti commemorativi e così via) sia uno strumento importante per il miglioramento delle conoscenze sui terremoti “minori”, ma che comunque possono avere un impatto significativo sulla vita quotidiana delle comunità di dimensioni medio-piccole che costituiscono il tessuto connettivo del nostro Paese. 

A cura di Viviana Castelli e Romano Camassi (INGV, Bologna), Carlo Meletti (INGV, Pisa) con la collaborazione di Gabriele Antonioli (storico locale, Ceneselli)


Bibliografia

Locati M., Camassi R., Rovida A., Ercolani E., Bernardini F., Castelli V., Caracciolo C. H., Tertulliani A., Rossi A., Azzaro R., D’Amico S., Antonucci A., (2022). Database Macrosismico Italiano DBMI15, versione 4.0. 

Martinelli F. e Meletti C., (2010). VirtualEffects un’applicazione web per il calcolo di risentimenti virtuali dei terremoti. Rapporti Tecnici INGV, 2010, 126 pp.

Regione del Veneto, (2021). DGR n. 244 del 09 marzo 2021. Elenco comuni del Veneto con indicazione della zona sismica di appartenenza, Allegato B. https://www.regione.veneto.it/web/sismica.

Rovida A., Locati M., Camassi R., Lolli B., Gasperini P., Antonucci A., (2022). Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (CPTI15), versione 4.0, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). doi: 10.13127/CPTI/CPTI15.4


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