La sequenza sismica del 17-18 settembre 2022 a Taiwan

Il terremoto più forte della sequenza iniziata il 17 settembre 2022 è avvenuto il 18 settembre con epicentro a sud-est di Lugu, sulla costa sud-orientale di Taiwan e ha avuto magnitudo 6.8 (6.9 stimata dall’USGS). L’evento si è verificato per l’attivazione di una faglia trascorrente a bassa profondità, vicino al confine tra la placca del Mar delle Filippine e quella Eurasiatica. Le soluzioni preliminari del meccanismo focale per il terremoto indicano che la rottura si è verificata su una faglia ad alto angolo con direzione est-sudest (con movimento laterale destro) o sud-sudovest (movimento laterale sinistro). In quest’area la placca del Mar delle Filippine converge verso nord-ovest con la placca dell’Eurasia a una velocità di circa 7-8 cm/anno.

Fig. 1 – Schema tettonico della zona di Taiwan.

Come noto, i terremoti non si verificano in un punto ma interessano un’area più o meno estesa lungo una faglia. Un terremoto di dimensioni e meccanismo come quello del 18 settembre 2022 generalmente rompe una faglia lunga circa 50 km e larga 15 km. Taiwan si trova in una regione geologica complessa vicino all’intersezione di tre grandi placche tettoniche: la placca del Mar delle Filippine a est e sud-est, la placca dell’Eurasia a nord e ovest e la placca della Sonda a sud-ovest. Il terremoto del 18 settembre 2022 è avvenuto a sud della zona di subduzione di Ryukyu. Il limite di placca nell’isola di Taiwan è caratterizzato da una zona di collisione arco-continente; per cui l’estremità settentrionale dell’arco insulare di Luzon (Filippine) si scontra con la crosta più leggera del margine continentale dell’Eurasia al largo della Cina. Lungo la costa occidentale di Taiwan questa zona di collisione passa alla zona di subduzione di Manila che ha vergenza opposta (da ovest a est).

Il terremoto del 18 settembre 2022 è stato preceduto da un terremoto M6.5 nella stessa area 17 ore prima. Ci sono stati almeno 7 terremoti di M5.0 e maggiori nella sequenza. L’andamento del movimento della faglia, calcolato dall’USGS (LINK), mostra un ipocentro a circa 10 km (figura 2), un movimento lungo il piano di faglia orientato circa est-ovest (direzione 102°, perpendicolare quindi alla zona di subduzione, e pendenza 65°), con un massimo stimato di spostamento di quasi 2 metri in una zona superficiale verso l’oceano. 

Fig. 2 – Modello di spostamento sulla faglia (da U.S. Geological Survey). I colori dal chiaro allo scuro indicano zone della faglia che si sono spostate maggiormente, da 0 a circa 2 metri.

A causa della sua posizione al confine tra le placche tettoniche citate, Taiwan subisce frequentemente terremoti da moderati a grandi. Nel secolo precedente sono avvenuti altri 239 terremoti di magnitudo pari o superiore a 6 entro 250 km dal terremoto del 18 settembre 2022, 24 dei quali erano di magnitudo superiore a 7. Nel 1951 la costa orientale di Taiwan è stata scossa da una serie di circa 20 terremoti di M>6, il più grande dei quali, di magnitudo 7.8, è avvenuto circa 10 km a sud-ovest del terremoto del 18 settembre.

Nel settembre 1999, il terremoto di M 7.7 denominato “Chi Chi”, avvenuto nel centro di Taiwan, ha provocato almeno 2.297 vittime e ha causato danni stimati in 14 miliardi di dollari.

Fig. 3 – Una delle immagini del terremoto di Chi Chi del 1999 a Taiwan (fonte: https://www.wikiwand.com/en/1999_Jiji_earthquake )

Al momento si ha notizia di una sola vittima e alcuni feriti, un bilancio straordinariamente basso per un terremoto di questa entità. Nel frattempo continuano le repliche anche di magnitudo superiore a 5.

A cura di Alessandro Amato (INGV-Osservatorio Nazionale Terremoti)

Immagine di copertina: la ricerca di vittime intrappolate nel crollo di un edificio residenziale nella città di Yuli (Hualien County, eastern Taiwan) il 18 settembre 2022 (AP Photo).

 


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