Terremoto in provincia di Benevento, M4.1, 27 settembre ore 03.08: approfondimento


Nel passato più remoto, invece, quest’area è stata teatro di terremoti molto più forti e tra questi si possono ricordare i terremoti del 1688 di magnitudo 7.0 (Sannio), del 1702 di magnitudo 6.5 (Sannio-Beneventano) e del 1732 di magnitudo 6.6 (Irpinia), tutti raccolti nel Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (CPTI11) e rappresentati nella mappa dei terremoti storici. Quest’area in passato ha subito danni anche per terremoti più forti di questi, come quello del 1456 di magnitudo 7.2 di cui però non è nota la localizzazione con precisione.



Più recentemente, ancora vivi nella memoria di molti, in questa zona sono avvenuti i terremoti del 1930 (Irpinia, magnitudo 6.6), 1962 (Irpinia, magnitudo 6.1), 1980 (Irpinia-Basilicata, magnitudo 6.9). Questi eventi hanno prodotto effetti di danneggiamento a Benevento fino al grado IX della scala Mercalli (MCS), come evidenziato dalla storia sismica della città dall’anno 1000 in poi. Ricordiamo che nella scala Mercalli MCS, il grado VI classifica l’inizio del danneggiamento.

Storia sismica e pericolosità sismica
L’area ove è avvenuto il terremoto il 27 settembre 2012 è caratterizzata da una notevole attività sismica e non sono solo i forti terremoti prima descritti che possono provocare danni, ma anche i terremoti di entità inferiore. La storia sismica di Benevento racconta che la città ha subito danni molto frequentemente negli ultimi 500 anni, anche per terremoti di magnitudo modesta.

Tutte le conoscenze scientifiche al momento disponibili sono riassunte nella Mappa di Pericolosità Sismica del territorio nazionale (Gruppo di Lavoro MPS, 2004; rif. Ordinanza PCM del 28 aprile 2005, n. 3519, All. 1b) dalla quale si rileva che l’area in oggetto è ad alta pericolosità.

La mappa di pericolosità sismica che individua le aree dove ci si possono attendere scuotimenti sismici di diversa forza, in qualsiasi momento e quindi anche in assenza di sequenze sismiche, è tuttora lo strumento più efficace che la comunità scientifica mette a disposizione per le politiche di prevenzione. La prevenzione, che si realizza principalmente attraverso la riduzione della vulnerabilità sismica delle costruzioni, ovvero il rafforzamento delle costruzioni meno resistenti al sisma, resta la migliore difesa dai terremoti e l’unico modo per ridurne le conseguenze immediate.
Bibliografia
- Gruppo di Lavoro MPS, 2004. Redazione della mappa di pericolosità sismica prevista dall’Ordinanza PCM del 20 marzo 2003. Rapporto Conclusivo per il Dipartimento della Protezione Civile, INGV, Milano-Roma, aprile 2004, 65 pp. + 5 appendici.
- Ordinanza PCM 3274 del 20/03/2003. Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione del territorio nazionale e di normative tecniche, G.U. n.105 del 08/05/2003.
- Ordinanza PCM 3519 del 28/04/2006. Criteri generali per l’individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l’aggiornamento degli elenchi delle medesime zone, G.U. n.108 del 11/05/2006.
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