Ciao Aldo

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Ieri abbiamo dato il nostro saluto (non l’ultimo!) al nostro amico Aldo, che se n’è andato il 23 luglio. Continuo a guardare la sua foto, con quella faccia buona e il sorriso sornione, e mi pare che debba entrare da un momento all’altro nella mia stanza a raccontarmi dell’ennesimo terremoto difficile che è riuscito a localizzare, o della magnitudo che “non torna”. Quante discussioni, anni fa, quando passammo alla magnitudo Richter abbandonando la Md, quella che si calcolava con la durata delle onde sismiche!

Aldo non era un turnista qualunque. Aldo era IL turnista. Disponibile a prendersi sempre il turno di qualcuno di noi che aveva un problema, lo faceva sempre con il suo sorriso. Anche nei suoi formidabili momenti di arrabbiatura, tanta umanità e subito tornava a essere il buon Aldo. Bello ieri conoscere la sorella (la famosa sorella di Aldo, quella delle telefonate, per me era un po’ come la moglie del tenente Colombo) e sentirla dire, con il suo stesso sguardo e i suoi movimenti, “ci facevamo certe litigate!! ma ci volevamo un bene dell’anima”.  Non ne dubitavamo, in fondo. Mi piace pensarlo su una nuvoletta, comodo a guardarci sornione mentre in Sala Sismica continuiamo a discutere di terremoti e di magnitudo, accanto a un altro pezzo di storia dell’INGV “Guarda Luciano, hanno risbagliato la magnitudo. E passami ‘sto narghilè dai!”.  Alessandro

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Ho purtroppo saputo solo di recente della malattia di Aldo, e solo ora
leggo del triste epilogo. Sul blog sono state dette tutte le cose che
più gli appartenevano e lo ricordano.
Da parte mia posso solo unirmi a tutti per il dispiacere immenso che
la notizia mi arreca. Ho trascorso con lui anni all’Osservatorio di
Monte Porzio. Piacevoli le discussioni sulla musica che ci
appassionava e che ascoltavamo nella sua sgangherata auto. Litigavamo
solo per le troppe sigarette che fumava. ciao Aldo.
Riccardo Galgano

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Ho iniziato a lavorare all’ING nel 1994, e quasi subito cominciai a fare i turni in sala sismica. Allora la sismometria era analogica, e c’era un gruppo di “vecchi” turnisti, dei quali faceva parte anche Aldo, che mi stupivano sempre perché erano in grado di capire già ad “orecchio” (ovvero da come suonavano gli allarmi) se un evento era locale o un telesisma, e persino di produrre una stima attendibile della zona e della magnitudo.
Aldo fumava molto, ma è l’unica persona il cui fumo passivo sopportavo volentieri in virtù delle sue qualità umane. Era sincero, onesto, gentile, modesto pur sapendo molto: qualità che raramente ho ritrovato altrove.
Sembra proprio che siano sempre i migliori ad andarsene: mi mancherai.
Damiano Pesaresi

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Aldo era, come me,  un ragazzo degli anni settanta. Questa cosa ci univa; ci si capiva con uno sguardo.
Anche l’amore per la musica ci univa. Era una persona estremamente semplice e pulita. Non ho mai sentito Aldo parlare male di qualcuno.
Era un collega ed amico al quale volevo bene e che godeva del mio massimo rispetto. Non sapevo della gravità delle sue condizioni e me ne dispiace. Avrei voluto rivederlo per
salutarlo ancora una volta e per incrociare il suo sguardo buono ed umano.
Stefano Brizzolara

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Mi sembra ieri l’ultimo turno fatto insieme….  e quanti ne abbiamo fatti! Era un piacere per me ogni volta che capitavamo in turno insieme: la tua esperienza mi infondeva sicurezza e la tua presenza era discreta. Ricorderò sempre la tua espressione gentile quando ti alzavi dalla postazione e con un cenno, mostrando la sigaretta, mi chiedevi il permesso di uscire “Allora vado eh?”. Sei stato un grande maestro ma mi facevi sentire tua pari e chiedevi sempre il mio parere. Mi mancheranno i turni con te! Ciao Aldo!
M.Teresa

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“Ohi Betta!” “Buongiorno Aldo!”. Cosi’ iniziavano più o meno tutte le nostre mattine lavorative. Sono entrata come un uragano nella tua stanza, ereditando la scrivania del grande Franco, e portandoti casino, andirivieni, porta sempre aperta. Tu che eri abituato alla penombra e alla tranquillità mi hai accettato da subito, gelato quando al tuo primo “beh, se famo na bella sigarettina?” ho risposto “eh, scusa ma veramente, anche se fumo, preferirei non farlo in stanza”. E tu, senza farmelo pesare, senza pensare, sono sicura “ma guarda sta rompiballe”, con cortesia, e un pò di rammarico, hai risposto “ah, va bene, anche se certo, con il caldo che c’è fuori!”. E questo accordo, da allora in poi, l’hai sempre rispettato, anche durante i miei cinque mesi di congedo parentale. L’aneddoto è “banale”, ma descrive bene quello che ho avuto la fortuna di conoscere in te: un uomo dolce, gentile, buono e generoso. Nonostante le tue telefonate un po’ turbolente, nonostante le mie fughe dalla stanza ogni tanto, nonostante, purtroppo, non sia mai riuscita a vederti suonare dal vivo…beh….t’ho voluto un gran bene. E…si, “siamo stati proprio bene in stanza insieme”.

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“Aldo”, che personaggio.
Penso che nell’arco della giornata, avendo io la stanza vicino all’uscita dove solitamente si recava a fumare, era tra le persone che vedevo di più ed ogni volta ti salutava con quel viso buono, sereno… come si dice a Roma, “pacioccone”.
 Quando penso a lui, mi vengono in mente alcuni sketch indimenticabili.
Un giorno mi ritrovai con lui in turno in Sala Sismica ed iniziammo a parlare dei limiti di velocità (quando iniziavi un discorso con Aldo, poteva durare anche ore! una volta, nel turno di pomeriggio, mi accompagnò persino alla macchina pur di inculcarmi il suo concetto…); scoprii da quella discussione che Aldo aveva il piede pesante in macchina e l’avvento del Tutor all’inizio lo spiazzò… ma poi trovò la soluzione. “È facile”, mi disse, “basta che quando in lontananza vedi il Tutor che si avvicina ti butti sulla corsia di emergenza, lì non lo fanno il controllo”. Poi dopo qualche mese mi incontrò e mi disse: “mi sa che la mia soluzione non funziona più, ho ricevuto una multa”.
Le sue “litigate” con la sorella al telefono penso che rimarranno uno dei ricordi più indelebili; lo vedevi guardare il cellulare e “incazzarsi” con quell’oggetto come se la “mitica” sorella fosse proprio lì dentro. Un giorno lo vedo uscire e man mano la sua voce inizia ad aumentare di volume, sempre di più… finche mi giro e me lo ritrovo lì, con i gomiti sul davanzale della mia finestra rivolto verso l’interno; inconscio del fatto che noi lo stessimo guardando, ci deliziò di uno dei momenti più indimenticabili.  Se ci penso, ancora mi vien da ridere….
Grazie Aldo, è stato un piacere conoscerti.
Valentino.

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La notizia mi è arrivata lontano da Roma,inaspettata come quando,poco tempo fa, ho appreso della sua malattia. I pensieri corrono lontano,34 anni di ricordi sono tanti. Aldo non era solo un collega ma l’amico con cui discutere animatamente di tutto o nel lavoro di interpretazione sismogrammi, Lui ne sapeva sempre una più di noi, è sempre stato un punto di riferimento per noi tutti. Ciao Aldo ci mancherai tanto ma il tuo ricordo sarà sempre con me e con tutti quelli della vecchia guardia.
Maurizio

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Ad Aldo, che pur già combattendo con qualcosa di più grande e feroce delle magnitudo in sala sismica, non ha mai smesso di essere “turnista”…anzi. Ecco le sue parole, dopo circa 30 anni continuativi di turni, quando per solidarietà con i precari scrisse come “uno dei pionieri del servizio di sorveglianza……ma adesso mi sento costretto a chiederti di non inserirmi nella prossima turnazione”, manifestando il suo impegno a resistere insieme a noi in tutti questi mesi di impegno e di lotta.

Grazie Alduccio.

I turnisti e Anna

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Aldo è stato per me uno dei principali maestri in sismologia, uno dei pochi a cui potevo fare domande che non avrei osato fare ad altri. Un riferimento costante. E come negare che sia stato un autentico personaggio del nostro Istituto, in tutti i suoi aspetti e contraddizioni? Chi non ha mai avuto con lui una grande o piccola discussione?  Aldo,  quelle discussioni in Sala mi mancheranno, mi mancherà la tua personale lettura delle cose e dei fatti nel mondo, mi mancherà la tua particolarissima umanità.  Ciao!
Alberto Delladio

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Il primo ricordo che ho di Aldo risale al 1988, nella sede di Via di Vigna Murata dell’allora ING. Ero stato affiancato a lui perchè mi doveva spiegare il funzionamento dei programmi del bollettino sismico e ricordo, tra una sigaretta e l’altra, le sue spiegazioni puntigliose (al limite del paranoico) su come riconoscere un’onda T o una pP, intervallate dalle discussioni e le battute con gli altri “grandi vecchi” del gruppo di turnisti-interpretatori da cui ho imparato tanto, anche umanamente.
Il giorno del funerale, commentando con altri amici colleghi, pensavo che quando se ne va (o in pensione o per sempre, come Aldo) dalla sala sismica una persona che c’è sempre stata è come quando ci sono dei cambiamenti epocali.. un pò come quando si è smesso di usare il righello per leggere i tempi sui sismogrammi e calcolare la magnitudo durata, o come quando sono stati tolti i rulli. Cambiamenti inevitabili, ma che lasciano sempre tanta malinconia.

Le ultime immagini di lui che ricordo sono quando dalla mia stanza lo vedevo fumare nella terrazzetta vicino la sala sismica.. seduto su un vaso, sigaretta in bocca e sguardo assorto… e mi faceva tanta compagnia.

Ciao Aldo

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“Aldo era rockomunista e suonava il basso elettrico…

e allora, finché non sarà arrivato John Paul Jones, li dove sei,
suonala tu starway to heaven….There’s a feeling I get
When I look to the west,
And my spirit is crying for leaving.
In my thoughts I have seen
Rings of smoke through the trees,
And the voices of those who stand looking.
Ooh, it makes me wonder,
Ooh, it really makes me wonder.
And it’s whispered that soon, If we all call the tune
Then the piper will lead us to reason.
And a new day will dawn
For those who stand long
And the forests will echo with laughter…. “

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Aldo e il gruppo “storico” dei turnisti sono stati i primi dopo il mio arrivo all’ING che mi hanno “accolto” senza riserve e mi hanno hanno fatto sentire parte di un gruppo. Da sempre sono speciali per me.
Ieri mentre assistevo alla cerimonia funebre pensavo che ne sto vedendo parecchi ultimamente di funerali…ognuno a suo modo e’ diverso dagli altri e quello di Aldo era come era lui: discreto e rispettoso di tutti.
Mi rendevo conto che stavo dando l’ultimo saluto ad una persona buona di una bonta’ dolce e modesta che si manifestava con una grazia delicata e mai prepotente.
E pensavo che e’ molto piu’ di quello che si puo’ dire per vite apparentemente tanto piu’ piene della sua.

Antonio Piersanti

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“Il Turnista” … i miei ricordi si affollano a tanti momenti fatti di contatti di lavoro e personali che ne vorrei prendere uno giù in fondo al pozzo dei miei anni di aiuto turnista per rievocare quell’affetto cordiale e non troppo patetico che provo per Aldo. Era notte e la sala sismica dell’INGV di Via di Villa Ricotti era avvolta da una nuvola di fumo denso e palpabile. Non c’era ancora il divieto per il fumo ma molti colleghi si lamentavano del continuo accendere sigarette di Aldo che nonostante tutto lasciava correre senza dare risposte. Lui aveva promesso di insegnarmi a calcolare un epicentro, a fare una localizzazione di evento e a riconoscere una forma d’onda. Ne approfittavo con diligenza assetato di imparare qualcosa che giustificasse il mio posto in sala sismica e trovavo un insegnante non solo paziente ma anche molto interessato a far comprendere bene che cosa stesse facendo. Se ho capito qualcosa di sismologia lo devo soprattutto a Lui che mi stimolava anche a leggere dei testi che mi dessero più particolari e quindi più spunti da chiedere come spiegazioni. Però quella sera dopo più di due ore ad un tratto mi alzai tossendo e gli dissi: “Aldo! perchè non provi a smettere un po’ di fumare?” … Lui mi guardò con uno sguardo rigido e piuttosto infastidito mi rispose: ” Anche tu! non me lo sarei aspettato da te!!!” e uscì dalla Sala portandosi via la sua ennesima sigaretta e il portacenere.

Pier Giorgio

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pur non conoscendolo di pesrona sento il dovere di esser vicino alla famiglia di Aldo Di Sanza e a voi suoi colleghi per la sua prematura scomparsa.
Pino Cippitelli

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aldo-tweets

Eravamo i due “Aldi” della Sede di Roma, i due “Aldi” turnisti; quando ci incontravamo, era immancabile il reciproco saluto: “Ciao A'”.
Ricordo varie telefonate, in sala, in cui l’interlocutore chiedeva di parlare con Aldo, e veniva passato quello sbagliato.
Ora non succederà più, e l’Aldo rimasto, ahimè, si sente più solo…

Anche questo è l’ING(V); anche questa è la sala sismica.

Aldo Winkler

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Qui di seguito inseriremo altri ricordi dei colleghi e amici di Aldo.

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Rodolfo Console, che ha collaborato con Aldo per molti anni, ha sintetizzato così la sua storia in Istituto.

Aldo è entrato all’ING (poi INGV) nel 1979 con la qualifica di assistente tecnico professionale (non ancora laureato), e ha iniziato a lavorare nella preparazione dei bollettini sismici della rete sismica nazionale, che proprio in quegli anni iniziava a funzionare mediante telemetria. Allora il centro di raccolta dei dati sismici, dove lavorava Aldo, era presso l’Osservatorio Geofisico di Monteporzio Catone. Oltre a diventare esperto nella lettura dei sismogrammi, Aldo ha contribuito anche allo sviluppo del software di analisi e produzione dei bollettini. Successivamente Aldo ha conseguito la laurea in Fisica ed è entrato nella qualifica di ricercatore. Aldo ha collaborato con me ed altri colleghi dell’INGV in varie ricerche dedicate all’analisi delle osservazioni sismografiche, in particolare sullo studio della magnitudo.