Bomba o non bomba? Ordigno bellico genera “terremoto” in Adriatico
Fare il turno in sala sismica comporta anche rispondere alle telefonate esterne. Se non si è nel mezzo di una sequenza sismica, le richieste sono disparate: persone che chiedono rassicurazioni sulla zona dove si stanno per recare in vacanza, sulla possibilità che il tremore che hanno avvertito in casa sia stato generato da un terremoto locale non riportato dagli organi di informazione, e così via.
Ieri, 8 luglio 2015, invece abbiamo ricevuto una telefonata che preannunciava l’esplosione di un ordigno bellico nel mare Adriatico. All’altro capo del telefono un Maresciallo del Circomare (Capitaneria di Porto) di Cesenatico, ci ha fornito i dettagli tecnici dell’operazione di brillamento di una bomba della II Guerra Mondiale che sarebbe avvenuto nel Mare Adriatico, al largo della costa di Cesenatico (Figura 1).

L’ordigno di 600 kg di esplosivo era, nelle parole del Maresciallo, uno dei più grandi mai rinvenuti nel mare Adriatico. Sarebbe stata la Rete Sismica Nazionale in grado di identificare e localizzare l’esplosione? Il maresciallo ci aveva fornito in anticipo le coordinate geografiche e la profondità del sito dove sarebbe stata depositata la bomba (circa 14 metri sotto il livello del mare) e anche l’intervallo temporale entro il quale si sarebbe conclusa l’operazione, tra le 13 e le 15 di ieri, 8 luglio 2015.
Per la prima volta avevamo a che fare con una previsione di un evento sismico ad elevata probabilità di accadimento! Inoltre, conoscendo preventivamente la posizione del “terremoto”, sarebbe forse stato possibile fare un test diretto della sensibilità della Rete Sismica Nazionale e delle procedure di localizzazione, sia in modalità automatica che manuale, confrontando le coordinate epicentrali dello scoppio con quelle comunicateci.
L’esplosione si è verificata alle 14:33 (ora italiana) e ha comportato un notevole sollevamento della massa d’acqua soprastante, come si vede in questo video. La Figura 2 mostra i sismogrammi dell’esplosione ordinati dall’alto verso il basso per distanza crescente della stazione ricevente dall’epicentro.

Da un punto di vista sismologico la registrazione di un’esplosione si presenta con il primo impulso verso l’alto, ovvero i segnali hanno tutti polarità positiva, a causa della natura “esplosiva” della sorgente sismica che comporta una radiazione dell’energia verso l’esterno, cosa che è stata verificata dal personale in turno.
Un’altra caratteristica peculiare dell’esplosione è che genera onde di compressione (onde P) e non genera onde trasversali (onde S). Anche questo aspetto era abbastanza evidente nei segnali registrati.
La Figura 3 mostra le registrazioni alla stazione sismica di Bellaria (sigla BLLA), la stazione più vicina all’epicentro.

Possiamo notare che il primo pacchetto di onde sismiche ha frequenza più alta mentre ci sono delle onde successive caratterizzate da periodi e ampiezze maggiori.
L’analisi dei sismogrammi mostrati nelle figure sopra, in particolare la lettura dei tempi di arrivo delle prime onde (onde P, onde di compressione) ai diversi sismometri della Rete, ha consentito la localizzazione dell’esplosione e la determinazione della sua magnitudo. Le coordinate ottenute dal processo di localizzazione (Figura 4) si discostano di alcuni chilometri da quelle effettive, a causa della disposizione non ottimale della Rete Sismica rispetto al punto di esplosione: infatti gli eventi sismici in mare, non essendo circondati da stazioni sismiche, sono localizzabili con minore accuratezza. A ogni modo, la Rete Sismica Nazionale si è dimostrata molto sensibile, considerando che anche alcune sismometri sulle Alpi hanno rilevato l’evento. La magnitudo locale (Richter) stimata è pari a 1.9.

La comunicazione preventiva del Maresciallo della Capitaneria di Porto ha permesso di determinare con immediatezza e certezza la natura non sismotettonica dell’evento registrato e va detto che probabilmente, a causa della bassa magnitudo e della scarsa copertura della Rete Sismica, non sarebbe stato tanto immediato capire che le onde sismiche registrate erano state prodotte da un’esplosione e non da un vero terremoto.
Le operazioni sono state coordinate dalla Prefettura di Forlì ed effettuate dai militari del Nucleo SDAI della Marina Militare di Ancona (artificieri, subacquei e infermiere) e della Guardia Costiera di Cesenatico.A cura di: Paola Bordoni (INGV-Rm1), Alessandro Amato e Concetta Nostro (INGV-CNT).
http://www.prefettura.it/forlicesena/news/171735.htm#News_51813
http://www.cesenatoday.it/cronaca/ordigno-bellico-in-mare-a-cesenatico-e-stato-fatto-brillare.html
http://www.corriereromagna.it/news/cesena/13151/Spostato-l-ordigno-bellico-sommerso-e.html
http://www.corriereromagna.it/video/13152/Ecco-lo-scoppio-dell-ordigno.html
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