Il Centro Allerta Tsunami dell’INGV riconosciuto dall’UNESCO
Valutazione, in tempo reale, della possibilità che un terremoto possa generare uno tsunami e stima dei tempi di arrivo attesi lungo le coste esposte, è la missione del Centro Allerta Tsunami dell’INGV. A Parigi il riconoscimento durante l’assemblea dell’IOC-UNESCO.

Questa sera (27 giugno) presso la sede UNESCO di Parigi, il Centro Allerta Tsunami (CAT) dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha ricevuto il certificato di accreditamento come Tsunami Service Provider (Fornitore del Servizio Tsunami) del Mediterraneo, nell’ambito del NEAMTWS (North-Eastern Atlantic and Mediterranean Tsunami Warning System).
Attivo in fase sperimentale dal 1° Ottobre 2014, dopo oltre due anni di test effettuati sui terremoti e tsunami a scala globale, il CAT, insieme ai suoi omologhi greco, francese e turco, è stato accreditato durante la tredicesima sessione dell’ICG (Intergovernmental Coordination Group) – NEAMTWS a settembre 2016. Il CAT è poi passato in modalità operativa dal 1° Gennaio 2017, in convenzione con il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile (DPC).
Il 5 giugno scorso, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Direttiva del Presidente del Consiglio, denominata SiAM – Sistema di Allertamento nazionale per i Maremoti (SiAM) generati da terremoti nel Mar Mediterraneo – ha reso formale e operativo il sistema di allertamento italiano, coordinato dal DPC, in cui il CAT svolge un ruolo primario e delicato.

Il CAT-INGV opera, infatti, 24 ore su 24, valutando in tempo reale la possibilità che un determinato terremoto, con epicentro in mare o nelle immediate vicinanze, possa generare uno tsunami, e stimando i tempi di arrivo attesi lungo le coste esposte. I messaggi emessi dal CAT vengono poi trasmessi al DPC che ha il compito di diffonderli alle strutture e componenti del Servizio Nazionale di Protezione Civile per raggiungere, nel minor tempo possibile, la popolazione potenzialmente interessata.

I terremoti rappresentano la causa principale degli tsunami (circa l’80%), anche se non sono l’unica. I maremoti sismo-indotti sono comunque i soli per i quali è possibile, con le reti di monitoraggio attuali, definire un sistema di allertamento a scala regionale. Altre cause possono essere frane o eruzioni vulcaniche sottomarine o costiere.
Il CAT-INGV si avvale anche, come indicato nella Direttiva SiAM, dei dati della Rete Mareografica Nazionale dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e delle altre reti mareografiche mediterranee per la verifica di un eventuale tsunami.
Nel periodo ottobre 2014 – giugno 2017 il CAT ha analizzato centinaia di eventi sismici di magnitudo superiore a 5.5 in tutte le aree costiere del mondo. Cinque di questi terremoti hanno avuto origine nel Mediterraneo, in particolare nelle isole greche, nella zona di Gibilterra al largo delle coste del Marocco e a Cipro. Per questi eventi il CAT-INGV ha inviato i messaggi di allerta entro pochi minuti dal tempo origine di ciascun terremoto.
Al momento sono nove i Paesi che hanno sottoscritto i servizi del CAT-INGV (Egitto, Francia, Germania, Grecia, Israele, Italia, Libano, Portogallo, Turchia) e tre gli organismi internazionali (IOC – Intergovernmental Oceanographic Commission dell’UNESCO, ERCC – Emergency Response Coordination Centre della Commissione Europea e JRC – Joint Research Center della Commissione Europea).

Presenti alla cerimonia, oltre al responsabile del Centro Allerta Tsunami dell’INGV, Alessandro Amato, anche lo Tsunami National Contact per l’Italia in ambito UNESCO-IOC, l’ingegnere del DPC Luigi D’Angelo, e la Presidente della Commissione Oceanografica Intergovernativa (COI) presso l’UNESCO, Rosalia Santoleri.
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