Una nuova stazione mareografica sull’isola di Ustica
Si è conclusa a fine giugno l’istallazione di una nuova stazione mareografica sull’isola di Ustica (PA). Lo strumento costituisce un nuovo punto di raccolta dati per accrescere la copertura della Rete Mareografica Nazionale dell’ISPRA e di conseguenza il monitoraggio del livello del mare e di altri parametri, come ad esempio la temperatura. Lo strumento si colloca in un’area importante sia dal punto di vista sismico che del potenziale rischio tsunami.

Esiste infatti una fascia sismicamente attiva che corre nel basso Tirreno a nord della Sicilia, dove in passato sono avvenuti terremoti piuttosto forti. L’ultimo di una certa entità è quello del 6 settembre 2002 al largo di Palermo (magnitudo ML 5.6, Mw 5.9), che provocò danni lungo la costa e la rottura di un cavo sottomarino. In quel caso non fu rilevato uno tsunami, ma eventi di energia superiore, potenzialmente “tsunamigenici”, sono possibili nell’area costiera. Inoltre, come è noto, il basso Tirreno è caratterizzato dalla presenza di numerosi vulcani attivi e quiescenti, in grado di dar luogo a eruzioni e collassi e di conseguenza tsunami di origine vulcanica, come è accaduto a Stromboli nel 2002 e anche negli ultimi anni, sia pure con esiti meno dannosi.

Il sistema di allertamento per i maremoti di origine sismica prevede che, entro pochi minuti dal terremoto, il CAT-INGV invii un messaggio di allerta ai Paesi del NEAMTWS e al Dipartimento della Protezione Civile (DPC) sulla base unicamente dei dati del terremoto (localizzazione ipocentrale, magnitudo e distanza dalle coste). Per l’Italia, il DPC diffonde immediatamente l’informazione alle autorità locali e a tutte le componenti del sistema nazionale di protezione civile.
La conferma di un eventuale tsunami generato dal sisma può avvenire soltanto dall’osservazione dei dati registrati dai mareografi, quelli della Rete Mareografica Nazionale per l’Italia e quelli delle reti di altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Quanto più rapida è la conferma, tanto più efficaci saranno le misure di mitigazione del rischio. Al contrario, nel caso in cui non si sia generato uno tsunami, ma sia stata ugualmente diramata un’allerta a causa delle caratteristiche del terremoto, la disponibilità di dati mareografici da più stazioni di rilevamento permette di revocare l’allerta in tempi più rapidi, permettendo così un ritorno alla normalità in tempi ridotti.
Nel periodo di funzionamento analizzato finora (quasi un mese) i dati della stazione mareografica di Ustica sono stati acquisiti e trasmessi regolarmente sia all’ISPRA che al CAT-INGV.

Qualche dato tecnico:
- Nome stazione: ST201 (provvisorio)
- Località installazione: Ustica (porto);
- Lunghezza tubo di calma: 6 metri (compresa la parte fuori dall’acqua e vincolata alla banchina);
- Tutta la struttura (elementi portanti e tubi) è realizzata in acciaio AISI 316 L ed è inoltre dotata di protezione anodica;
- Profondità fondale: 5 metri;
- Sensore mareometrico posizionato in fondo al tubo di calma, a circa 1.3 metri dal fondo;
- Il mareometro è il modello miniTIDE della Valeport;
- Oltre al mareometro è stato posizionato anche un sensore di temperatura (sempre all’interno del tubo di calma ed in prossimità del mareometro);
- Il sistema trasmette dati di livello mare e di temperatura ogni 15 secondi;
- I dati sono consultabili e scaricabili sulla piattaforma ISPRA-TAD Server https://tsunami.isprambiente.it/TAD_Server/Device/226

La stazione mareografica nasce da una collaborazione tra INGV, ENEA, CNR, ISPRA ed il Laboratorio Museo di Ustica. Oltre all’utilizzo per il sistema di allerta maremoto, i dati che saranno acquisiti a Ustica saranno utili per verificare nel lungo termine l’andamento del livello del mare legato ai cambiamenti climatici e agli eventuali movimenti dovuti alla tettonica locale e alle fasi tardo-vulcaniche dell’isola.

Nei prossimi mesi è previsto un up-grade della stazione mareografica di Ustica per garantire la ridondanza dell’acquisizione e della trasmissione del dato, analogamente a quanto fatto per le Stazioni ISPRA di ultima generazione.
A cura di Alessandro Amato, Antonio Costanza, Giuseppe D’Anna, Gioacchino Fertitta, INGV.
Nota
Le operazioni di progettazione, preparazione, allestimento e installazione sono state curate da Antonio Costanza, Giuseppe D’Anna e Gioacchino Fertitta (INGV). Gli elementi strutturali sono stati realizzati da Paolo Cosenza (INGV). All’installazione ha partecipato anche Andrea Di Benedetto (INGV). I colleghi dell’ISPRA, Giovanni Arena e Calogero Gera, hanno collaborato per la configurazione dello strumento secondo gli standard ISPRA, insieme a Sergio Bruni e Paolo Bacchi, informatici dell’INGV. Si ringrazia inoltre Franco Foresta Martin per l’aiuto nelle prime fasi del progetto.
Licenza

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