Terremoti in Pianura Padana, 10 anni dopo: il pronto intervento sismico

Già nelle prime ore di domenica 20 maggio 2012, varie squadre di tecnici e ricercatori del Pronto Intervento Sismico dell’INGV avevano raggiunto l’area epicentrale colpita dal forte terremoto avvenuto nella notte, intenti a installare le prime stazioni sismiche temporanee, con il fine di migliorare la qualità del monitoraggio e la sorveglianza sismica dell’area. Dall’alba fino a tarda serata furono installate le prime otto stazioni ad opera di ricercatori e tecnici delle sedi di Ancona, Milano e Roma con il fondamentale supporto dei colleghi della Sezione di Bologna, esperti dell’area interessata dalla sequenza. Nei giorni successivi, i colleghi della sede di Pisa e della più lontana Grottaminarda contribuirono all’ottimizzazione della geometria della rete. Dopo l’ulteriore forte scossa del 29 maggio, altre quattro stazioni vennero installate nella zona occidentale e meridionale dell’area, coprendo spazialmente tutta la zona interessata dalla sequenza (figura 1).

Figura 1 – Mappa delle reti sismiche temporanee installate a integrazione della Rete Sismica Nazionale INGV in area epicentrale. Le stazioni indicate come REMO-UMTS e REMO-STAND ALONE, sono le 22 stazioni sismiche temporanee installate dal gruppo di Pronto Intervento Sismico nei giorni della sequenza sismica in Pianura Padana. Le stazioni REMO-UMTS sono le stazioni che trasmettono in real-time alla sala operativa di Roma.

Alla fine di queste operazioni, la rete sismica temporanea di pronto intervento era costituita da 22 stazioni sismiche ( Moretti et al., 2012). Dieci delle stazioni installate trasmettevano i dati in tempo reale al centro di acquisizione di Roma e contribuirono sin da subito alle elaborazioni che venivano prodotte dai sismologi in turno presso la Sala di Sorveglianza Sismica di Roma (Scognamiglio et al., 2012; Malagnini et al., 2012). Queste stazioni in real-time, insieme alle altre dodici che acquisivano dati solo in locale, contribuirono al dataset oggetto di numerosi studi sismologici successivi, quali quelli di Govoni et al. (2014), Chiarabba et al. (2014), Carannante et al. (2015) e Pezzo et al. (2018).

Come accade nelle emergenze sismiche che seguono terremoti così importanti, anche in questo caso diverse sono state le collaborazioni messe in campo con colleghi di altre università ed enti di ricerca, nazionali e internazionali. La geometria della rete temporanea fu pertanto definita anche in considerazione delle altre infrastrutture operanti nell’area: come quella di EMERSITO, altro gruppo operativo dell’INGV che svolge campagne di monitoraggio per gli studi della risposta sismica locale oltre ad attività propedeutiche alla microzonazione sismica in fase di emergenza, o come le reti implementate dal servizio sismico del DPC, dai ricercatori dell’IPG di Strasburgo, dell’IPGS di CEREGE, dell’IPG Paris e GéoAzur di Nizza. Tutti i dati raccolti sono stati utilizzati in numerosi studi negli anni successivi come ad esempio in Sugan et al. (2019).

L’INGV ha una lunga storia legata alle reti temporanee  di Pronto Intervento Sismico che, a partire dal terremoto di Ancona (1972), passando per il terremoto di Carlentini o di Augusta anche noto come terremoto di Santa Lucia (1990) e poi per la lunga sequenza in Umbria-Marche (1997) , hanno rappresentato un elemento importante nella risposta alle crisi sismiche. In questi 50 anni è cambiata la tecnologia e quindi la tempistica con cui i dati possono essere utilizzati, comunque l’installazione di strumentazione nell’area epicentrale di forti terremoti o di prolungate sequenze sismiche, ha sempre fornito dati di grande interesse scientifico e di grande ispirazione per i sismologi italiani e internazionali, che così hanno potuto e possono oggi disporre di dati di alta qualità e di inestimabile importanza per studi scientifici relativi alla tettonica, alla fisica dei terremoti e alla pericolosità sismica. In questi 10 anni la rete di Pronto Intervento Sismico è cresciuta e, forte dell’esperienza fatta anche durante l’emergenza in Pianura Padana, si è via via organizzata costituendo uno dei gruppi operativi di emergenza  dell’INGV ovvero “SISMIKO ”, il coordinamento delle Reti sismiche mobili in emergenza.

 

Approfondimenti su INGVterremoti

Nella sezione del blog dedicata ai “I TERREMOTI IN ITALIA” è possibile consultare gli oltre 90 articoli pubblicati dal 2012 ad oggi sulla sequenza sismica in Pianura Padana.  Di questi alcuni hanno riguardato l’intervento per l’installazione delle stazioni della rete di pronto intervento:

Terremoto Pianura Padana Emiliana: intervento della Rete Sismica Mobile

A cura di Milena Moretti, Anna Nardi, Lucia Margheriti e Luisa Valoroso (INGV -ONT)

Riferimenti bibliografici

Carannante, S., Argnani, A., Massa, M., D’Alema, E., Lovati, S., Moretti, M., Cattaneo, M., & P. Augliera (2015). The May 20 (Mw 6.1) and 29 (Mw 6.0), 2012, Emilia (Po plain, Northern Italy) earthquakes: New seismotectonic implications from subsurface geology and high-quality hypocenter location. Tectonophysics, 655, 107–123. https://doi.org/10.1016/j.tecto.2015.05.015

Chiarabba, C., De Gori, P., Improta, L., Lucente, F.P., Moretti, M., Govoni, A., Di Bona, M., Margheriti, L., Marchetti, A., & A. Nardi (2014). Frontal compression along the Apennines thrust system: The Emilia 2012 example from seismicity to crustal structure. Journal of Geodhynamics, 82 (4), 98–109. https://doi.org/10.1016/j.jog.2014.09.003

Govoni, A., Marchetti, A., De Gori, P., Di Bona, M., Lucente, F.P., Chiarabba, C., Nardi, A., Margheriti, L., Improta, L., Piana Agostinetti, N., Di Giovambattista, R., Latorre, D., Anselmi, M., Ciaccio, M.G., Moretti, M., Castellano, C., & D. Piccinini (2014). The 2012 Emilia seismic sequence (Northern Italy): imaging the thrust fault system by accurate aftershocks location. Tectonophysics (622), 44–55. DOI: 10.1016/j.tecto.2014.02.013

Malagnini, L., Herrmann, R.B., Munafò, I., Buttinelli, M., Anselmi, M., Akinci, A., & E. Boschi (2012). The 2012 Ferrara seismic sequence: Regional crustal structure, earthquake sources, and seismic hazard. Geophys. Res. Lett.,39, L19302, doi:10.1029/2012GL053214.

Moretti M., et al. (2012). Rapid-response to the earthquake emergency of May 2012 in the Po Plain, Northern Italy. Annals of Geophysics, DOI: 10.4401/ag-6152.

Moretti M., et al. (2013). Terremoto in Emilia: le attività del Pronto Intervento Sismico durante il primo mese di emergenza. Modalità e tempistica. Quaderni di Geofisica, 110.

Pezzo, G., De Gori, P., Lucente, F. P., & C. Chiarabba (2018). Pore pressure pulse drove the 2012 Emilia (Italy) series of earthquakes. Geophysical Research Letters, 45, 682–690. https://doi.org/10.1002/2017GL076110

Scognamiglio, L., Margheriti, L., Mele, F.M., Tinti, E., Bono, A., De Gori, P., Lauciani, V., Lucente, F.P., Mandiello, A.G., Marcocci, C., Mazza, S., Pintore, S., & M. Quintiliani (2012).  The 2012 Pianura Padana Emiliana seismic sequence: locations, moment tensors and magnitudes. Annals of Geophysics, 55, 4, 2012; doi: 10.4401/ag-6159

Sugan, M., Vuan, A., Kato, A., Massa, M., & G. Amati (2019). Seismic evidence of an early afterslip during the 2012 sequence in Emilia (Italy). Geophys. Res. Lett. 46, 625–635.


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